Quando Luca Morisi disse di Rita Bernardini: “La droga invecchia la pelle”. Storia-simbolo di tante bestialità

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Era il 21 gennaio 2014. Luca Morisi, l’inventore della “Bestia”, ossia la straordinaria strategia aggressiva che faceva diventare famosi e virali i post di Matteo Salvini, ha scritto questo: “Vedo la Bernardini su La 7: è proprio vero che la droga invecchia la pelle”. Ne ha pubblicati tanti in quel medesimo stile, molto populista, diretto, tutti puntati dritti come fucili verso “avversari” politici o naufraghi annegati, o dissidenti del pensiero unico leghista-progressista o emarginati o ragazzi fragili come lui stesso oggi si definisce. E tuttavia quel post ha un che di originale e più feroce. Era diretto a colpire basso Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino e Consigliere generale del Partito Radicale, da sempre impegnata nella battaglia per la legalizzazione delle droghe leggere. Una che ogni estate visita le carceri italiane da nord a sud, l’ultima volta anche per la raccolta di firme per i referendum “Giustizia Giusta” e “Eutanasia Legale”. Insomma un’attivista dei diritti in un Paese, il nostro, che tante volte li dimentica o li accantona. La Bestia in quell’inverno del 2014 la trasformò nell’obiettivo perfetto per denigrare le donne per il loro aspetto fisico e legarlo al consumo di droghe, attribuendo la qualifica di consumatrice alla Bernardini. Così, tanto per…
Due giorni fa, quando la notizia del coinvolgimento di Luca Morisi, in una indagine per spaccio è diventata la prima di tutte le agenzie e siti la Bernardini ha risposto a modo suo, marcando la differenza tra denigrazione e analisi sociale. Con questa frase: “Luca, non so come sarà la tua pelle quando avrai 62 anni (tanti ne avevo io nel 2014 mentre portavo avanti le mie disobbedienze civili alla luce del sole per la legalizzazione della cannabis e per consentire ai malati di curarsi con i farmaci suoi derivati)”.

“Ho cominciato nel 1995 a battermi per la causa della legalizzazione della cannabis – dice Rita Bernardini, oggi su quel post orrendo – e l’ho fatto con la disobbendienza civile. Lui invece ha atteso la fine di settembre per parlare della vicenda poco gradevole che gli è accaduta ad agosto”.

Era una frase anche sessista, quella. Altro “grande classico” della Bestia

“Sessismo? No, non credo. Penso che avrebbe detto la stessa cosa anche se si fosse trattato di un uomo. Io quel giorno in trasmissione apparivo per ciò che ero e sono, magari ero reduce da uno sciopero della fame o stavo nel pieno di una battaglia difficile”.

Cosa pensa del cambiamento di linguaggio e atteggiamento di Matteo Salvini, il capo di Morisi?

“Devo dire che ho apprezzato molto ciò che ha detto: ‘Ti starò vicino’. E’ una bella frase e dimostra che quando certi problemi e/o situazioni ti toccano da vicino ti fanno capire ciò che prima non vedevi. E’ la frase che tanti ragazzi disperati e le loro famiglie vorrebbero sentirsi dire nei momenti tragici come questo, di debolezza. Invece di sentire: ‘Ti droghi? Vai in carcere. Spacci? Butto la chiave’. Ecco perché dico a Salvini che ho apprezzato la sua frase, perché ora spero che possa cambiare atteggiamento”.

Lei lo ha spiegato molte volte, ma le chiedo di nuovo perché è importante legalizzare le droghe leggere?

“Perché il proibizionismo non va bene, non aiuta la causa della lotta alla droga. Ci sono altri stupefacenti legali, mi riferisco al tabacco e all’acol. Il proibizionismo in questo caso contribuisce ad arricchire i trafficanti, le mafie che controllano i livelli alti e altissimi del commercio di droga. E non mi si venga a dire che la criminalità organizzata è interessata solo alla cocaina. Non è così, anzi si serve della cannabis per veicolare la cocaina e le altre droghe pesanti, poiché i consumatori di cannabis sono di più, tra i 6 e i 7 milioni in Italia. Vogliamo ignorare questo dato?”

Quindi regolamentare il consumo di cannabis sconfigge la mafia?

“Nella parte degli affari, molto lucrosi, del traffico di droga sì, anche. Lo spaccio al dettaglio è spesso in mano a pusher che sono anche consumatori, ragazzi disperati che vendono per trattenere una dose per loro. Il grosso è tutto in mano alle organizzazioni criminali, dunque abbattere questo muro significherebbe dare un colpo alle mafie, certamente”.

Sta chiedendo a Salvini di unirsi a coloro che chiedono un referendum su questo?

“Gli sto chiedendo di riflettere, partendo dalla vicenda umana del suo amico fragile”.
(Nella foto Rita Bernardini)


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