Clarissa Ward ci ha aiutato a capire che non esiste una faccia buona dei talebani

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Clarissa Ward di Cnn è partita da Kabul, i suoi coraggiosi reportage ci mancheranno. Ha lasciato l’Afghanistan a bordo di un aereo militare diretto a Doha. “Il mio pensiero va a quelli che non possono partire, ha twittato, che stanno aspettando da giorni o che sono nascosti nelle loro case  troppo preoccupati per partire. “Restare a Kabul era diventa troppo pericolo per lei che aveva affrontato i talebani a viso scoperto.
“Copriti il volto le avevano gridato per strada, agitando il loro kakashnikov, con te non parlo” le avevano detto facendoci capire molto bene qual è la loro idea delle donne che lavorano, delle giornaliste tv in particolare. Clarissa Ward ci ha raccontato giorno dopo giorno la discesa nell’inferno di una Kabul occupata dai talebani. Lo ha fatto con coraggio e una grande professionalità senza mostrare mai un momento di stanchezza. Eppure non deve avere dormito molto in queste settimane in Afghanistan. Ci ha aiutato a capire che non esiste una faccia buona dei talebani. Ci ha mostrato l’angoscia degli afghani che si ammassano all’aeroporto sperando di salire su un aereo che li porti verso un futuro e la disperazione delle madri che rinunciano ai loro figli e li  passano ai soldati pur di salvarli. Un’immagine tragica che non  avremmo mai voluto vedere. Clarissa ci ha mostra un gran giornalismo e la forza della televisione capace di stare dentro la storia con la potenza delle immagini. Un giorno ci ha mostrato i modi rudi dei talebani contro di lei e ha commentato: “Se fanno questo a me, potete immaginare quello che possono fare agli afghani? Il pensiero va proprio ai tanti giornalisti che in Afghanistan stanno cercando  di fare il loro lavoro, rischiando la propria vita. Non abbandoniamoli perché potrebbe arrivare anche per loro il momento di scappare. Facciamoci trovare pronti ad aiutarli, perché i talebani lo hanno detto chiaramente che non amano la democrazia. Grazie a tutti i colleghi che resistono e ci raccontano quello che accade nell’inferno afghano e grazie a Clarissa Ward!


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