Non solo vaccini, democrazia e solidarietà contro le disuguaglianze create dal Covid

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Come è stato scritto più volte, il Pianeta e la sua umanità si salveranno dalla pandemia con la vaccinazione totale delle popolazioni e con un cambiamento radicale delle politiche predatorie di un capitalismo dominato dal credo neoliberista. Ci sono idee e risorse sufficienti per impedire il degrado ambientale, fermare il declino della democrazia rappresentativa e sconfiggere democrature, sovranismi e populismi di destra e di sinistra. Le classi dirigenti, innanzi tutto quelle progressiste e moderate debbono superare la personalizzazione della politica che ha generato una democrazia senza partiti radicati nelle pieghe della società, capaci di combattere le disuguaglianze sociali, territoriali, di genere. Esse non pronunciano più la parola “conflitto”. I passi indietro della politica rispetto all’economia e al mercato negli ultimi quarant’anni, la rinuncia alle politiche keynesiane, la fede assoluta “nella mano invisibile del mercato” che avrebbe provveduto a distribuire la ricchezza prodotta dall’egoismo dei ricchi, hanno generato invece le attuali mostruose disuguaglianze tra le persone, le nazioni, gli Stati. Un ristretto gruppo di multinazionali possiede la metà di tutta la ricchezza prodotta nel mondo, non considera vincolanti le politiche pubbliche degli Stati, sfugge ai loro vincoli fiscali, sfrutta, tramite la proprietà intellettuale privata dei brevetti, i risultati della ricerca di base finanziata dall’intervento pubblico, riesce a subordinare persino i programmi di vaccinazione antivirus ai propri profitti. 

A tal proposito si veda il mancato rispetto in questi mesi dei contratti stipulati (malamente) dall’UE per la consegna dei vaccini. È un drammatico esempio del rapporto Stato-Mercato. Tutto ciò rende urgente la necessità di ripensare il sistema capitalistico ribadendo il principio della Costituzione italiana che prevede la funzione sociale della produzione della ricchezza. Oggi pochi ricchi sono diventati sempre più ricchi e tutti gli altri sono sempre più poveri.

Lo stato generale d’incertezza, di ansia e paura provocato dalla pandemia, si può trasformare in rabbia sociale come dimostrano le recenti proteste subito cavalcate  dalla destra eversiva.

Il compito di una moderna sinistra democratica del XXI secolo, il suo dovere politico e morale, pena la sua scomparsa, è quello di riconquistare la rappresentanza sociale e politica dei più fragili e non lasciarla alla destra. Proponga misure efficaci, non solo assistenziali, ma di modifica strutturale contro le disuguaglianze, a difesa della stabilità del lavoro e della crescita dell’impresa privata e pubblica, dei diritti civili. Gli obiettivi da raggiungere sono l’uguaglianza di opportunità per le persone, i territori, la legalità, i servizi di base – scuola, sanità, infrastrutture, digitalizzazione-. Recovery Plan, Pnrr, interventi regionali e nazionali dovranno farsi carico della risposta concreta alla necessità non differibile di rivoluzione politica. Occorre ripristinare un forte intervento pubblico per stimolare la crescita, semplificare e accelerare le procedure amministrative rendendo più incisivo il controllo antimafia, anticorruzione, antievasione e spezzando il nodo storico del rapporto mafia, politica, affari. Dalle classi dirigenti italiane, europee e internazionali si attendono comportamenti risolutori contro l’economia criminale, l’evasione fiscale, la corruzione. Questi fenomeni sono contro le leggi degli Stati, ma non contro quelle di mercato.

Presiedendo il G20 del 2021, l’Italia potrà svolgere un ruolo importante per scegliere politiche ambientali che comprendano il rispetto della legalità, dei diritti naturali alla salute, all’istruzione, al lavoro. Se la divisione sociale ed economica diventa troppo profonda, entra in crisi il sistema politico democratico e si presentano le invocazioni dell’uomo forte che promette di risolvere tutto. Se i diritti naturali, come quello alla salute, non sono rispettati in nome della falsa fede nel dio mercato, bisogna saper rispondere come ha fatto Papa Francesco che ha chiesto di sospendere la proprietà privata dei vaccini anticovid delle multinazionali dei farmaci per renderli disponibili per tutti, poveri e ricchi del mondo.

Pensare in grande per uscire dalla pandemia con un nuovo mondo, significa avviare un processo di crescita equa e solidale nelle società più sviluppate e in quelle in ritardo, come il Sud d’Italia. Tutte le società hanno bisogno di politiche economiche green industriali, agroalimentari, di politiche innovative e diffuse per rendere accessibili a tutti i cittadini i servizi, la digitalizzazione, i risultati della ricerca di base e applicata. Le risorse disponibili rendono raggiungibili questi obiettivi. Le classi dirigenti devono pensare a mobilitare tutte le energie umane, sociali, economiche e politiche per sperimentare soluzioni innovative senza guardare ai sondaggi quotidiani, ma al futuro del pianeta da lasciare alle nuove generazioni senza disuguaglianze, povertà, mafie e guerre.


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