La responsabilità di ispirare i ragazzi

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Ieri in un tg nazionale ho sentito raccontare di uno stupro come di uno spettacolo e son d’accordo con la federazione nazionale della stampa e le giornaliste dell’associazione Giulia, il racconto di un fatto di cronaca non deve mai rendere nuovamente vittima chi ha subito violenza, dando voce a chi urla più forte. Per non dire poi che il manifesto di Venezia per il servizio pubblico è anche inserito nel contratto giornalistico!

E allora mi son chiesta ma in quest’overdose mediatica, in un momento storico in cui abbiamo ragazzi che stuprano, spacciano, che uccidono i genitori, che picchiano a sangue i coetanei e poi li filmano, gli adulti si sentono responsabili di questo degrado umano?

Cambiamo la narrazione, vorrei raccontarvi tre belle storie.

La prima riguarda “I più grandi che aiutano i più piccoli”. Succede nel Lazio, l’iniziativa si chiama FormarsInsiemE, vedrà studenti universitari del Lazio impartire ripetizioni gratuite on-line ad alunne e ad alunni delle scuole medie e del biennio delle superiori in condizioni di fragilità socio-economica indicati dalle scuole. Un’iniziativa di supporto scolastico dal grande valore etico-sociale, promossa da Roma Bpa – Mamma Roma e i suoi Figli Migliori – e scuole di Roma.

E ancora mi chiedo ma nessuno ha pensato di creare una banca del tempo virtuale o un’app in modo che le migliaia di pensionati italiani possano mettere gratuitamente le loro competenze, la loro cultura, il loro tempo a disposizione di tanti ragazzi soli, in difficoltà o con genitori che non possono sostenere economicamente i loro bisogni formativi?

L’altra storia è diventata virale. È quella di un giovane che in una sera d’inverno un mese fa studiava sotto la luce di un lampione tra gli ordini del suo lavoro, aspetta una chiamata di Glovo per consegnare un ordine a casa e intanto, seduto per terra, alle prese con il suo libro e alcuni appunti studia finché non arriva un ordine.

L’ultima storia è quella di studenti milanesi che hanno solo 18 anni e, dopo il primo lockdown, hanno recuperato 500 computer dismessi da aziende e uffici, li hanno sistemati e regalati a studenti che non hanno mezzi per seguire la Dad e rischiano l’esclusione scolastica. Il presidente Mattarella li ha nominati Alfieri della Repubblica.

I dati Istat parlano di circa 3 milioni e 100 mila studenti in difficoltà, pari al 47% degli studenti tra i 6-17 anni, causata della «carenza di strumenti informatici in famiglia, che risultano assenti o da condividere con altri fratelli o comunque in numero inferiore al necessario». La situazione più difficile è al Mezzogiorno, il 19% del totale. Stando a un’indagine dell’Unicef, le famiglie coinvolte in questi disagi sono circa il 27% del totale.

E poi invece c’è un altro numero: 7 milioni di persone che, agli impegni della vita quotidiana, decidono di affiancare azioni gratuite a supporto della collettività.

Ci sono migliaia di storie belle da raccontare, basta cercarle. Auspico che a partire dalla Rai, ci si impegni sempre di più a raccontarle quotidianamente, affinché siano non solo di ispirazione per altri ragazzi ma prospettino un racconto diverso del futuro che vogliamo e possiamo avere.

Tutti noi abbiamo una grande responsabilità, ispirare i ragazzi, con l’esempio.

Fonte: Huffington Post


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