“Il buio sotto la divisa. Morti misteriose tra i servitori dello Stato” – di Sara Lucaroni

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Sei storie, sei divise raccontate da “dentro”, attraverso le voci di amici, madri, figli. Sullo sfondo, il quotidiano o la grande cronaca del nostro paese e un fenomeno, quello dei suicidi tra le forze dell’ordine e le forze armate, che va capito, inquadrato, “sentito”. Perché sotto le mostrine e le uniformi, e al di là delle statistiche (sono già 18 i casi dall’inizio dell’anno) ci sono donne e uomini. Si intitola “Il buio sotto la divisa. Morti misteriose tra i servitori dello Stato” ed esce oggi per Robin Robin Editrice, dopo l’omonima inchiesta pubblicata sul settimanale L’Espresso nel luglio 2019.

C’è la storia di Bruno Fortunato, il poliziotto della Polfer che nel 2003 arrestò Nadia Desdemona Lioce e durante la sparatoria coi brigatisti perse l’amico Emanuele Petri.

Fedele Conti, il capitano della Guardia di Finanza che dopo aver lavorato all’inchiesta sulla scalata Unipol -BNL e i “furbetti del quartierino” fu tra i primi a intuire la complessità degli intrecci e dei legami di potere nel basso Lazio.

Daniele Da Col, ispettore della Polizia Municipale di Firenze dalla cui vicenda è nata una delle prime associazioni in Italia che combattono il mobbing e il disagio nell’ambiente di lavoro. Santino Tuzi, il brigadiere dell’Arma dei Carabinieri che con la sua testimonianza ha riaperto le indagini sul “delitto di Arce”, la morte di Serena Mollicone, il cui processo è appena iniziato a Cassino. Marco Massinelli, il maresciallo di 26 anni che dopo un viaggio negli Stati Uniti, e una notte di chat misteriose sui social, scompare per poi essere ritrovato in un bosco al confine tra Emilia Romagna e Toscana. Vitantonio Morani, barese, giovane agente della Polizia Penitenziaria la cui storia racconta la “solitudine” che operatori e detenuti sperimentano nelle carceri e l’organizzazione talvolta farraginosa dell’impiego del personale carcerario in Italia.

A metà tra inchiesta e racconto, il libro si chiude con approfondimento sul fenomeno dei suicidi in divisa, in cui sindacati militari, psicologi e i maggiori esperti in materia danno le proprie chiavi di lettura di quella che appare come una piaga se non negata, certamente minimizzata.

La divisa non rende eroi, eroi sono le donne e gli uomini che la indossano. E la loro forza o fragilità è responsabilità di tutti. Ogni giorno in Italia la vita di questi servitori dello Stato si intreccia con i grandi fatti di cronaca del paese o con il quotidiano, spesso altrettanto difficile: alcuni di loro scelgono di non farcela e il loro suicidio diventa quasi subito un numero dentro un fenomeno complesso e sfumato, di cui neanche lo Stato vuole parlare. Ma dietro quei numeri ci sono storie dolorose e straordinarie come quella di Bruno Fortunato, il poliziotto che arrestò Nadia Desdemona Lioce decretando la fine delle Nuove Brigate Rosse. Quella di Fedele Conti, il capitano della Guardia di Finanza che tra i primi indagò gli intrecci tra politica e affari a Fondi, sul litorale laziale. E quella di Daniele Da Col, ispettore della Polizia Municipale di Firenze la cui vicenda ha fatto nascere una delle prime associazioni che combattono il mobbing. Storie e drammi privati e collettivi, spesso dai contorni misteriosi, che non possono essere ignorati“.


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