Attacchi ai giornalisti in Europa, Italia maglia nera. E in Calabria Alessia Truzzolillo viene strattonata da un carabiniere

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Dopo la Russia. L’Italia non brilla nella classifica per gli attacchi fisici contro i giornalisti nel 2020. Nella classifica dei dati del rapporto annuale preparato dalle 14 organizzazioni internazionali di giornalisti, incaricate dal Consiglio d’Europa di gestire la piattaforma su cui sono pubblicate le segnalazioni di attacchi alla stampa, la nostra Nazione è tra i paesi maglia nera, al pari di Turchia, Polonia ed Ungheria. L’ultimo caso ieri. E’ capitato ad Alessia Truzzolillo del Corriere della Calabria, mentre scattava delle foto, peraltro autorizzate dal Tribunale, durante l’udienza del processo “Rinascita Scott” in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme contro il clan Mancuso. Strattonata e fermata da un carabiniere della scorta e trattenuta per quasi un’ora, le è stato temporaneamente sequestrato il cellulare. Numerose le prese di posizione in favore della cronista da parte dell’Ordine dei giornalisti della Calabria e dell’Unione Cronisti calabrese. La richiesta è di far piena luce su quanto successo. Alessia Truzzolillo, tra l’altro, alcuni anni fa aveva subito delle minacce e degli atti intimidatori da soggetti vicini alle locali ‘ndrine. La collega ha ricevuto la solidarietà anche dal Pm Antonio De Bernardo; da altri carabinieri presenti in aula insieme ad altri uomini della scorta e dal colonnello Menta, comandante Rsm di Reggio Calabria. Crediamo che chi lavora in condizioni ambientali difficilissime, come i cronisti calabresi, non debba sopportare anche le pressioni di alcuni zelanti rappresentanti delle forze dell’ordine, sottoposti, peraltro, anche loro a pesanti carichi di lavoro.

Torniamo al rapporto della piattaforma del Consiglio d’Europa dove l’Italia risulta tra le maglie nere. “Bisogna essere cauti nel comparare i dati di diversi Paesi – ha dichiarato Ricardo Gutierrez segretario generale della Federazione Europea dei Giornalisti – perché le segnalazioni dipendono da come lavorano le associazioni nazionali. L’Italia è un caso specifico, perché in questo Paese c’è una correlazione tra il numero di casi di violenza e quelli d’ intimidazione nei confronti dei giornalisti”. Gutierrez inoltre spiega che per il nostro Paese molte delle segnalazioni pubblicate arrivano dalla Federazione nazionale della Stampa.

.”D’altro canto – aggiunge – noi non segnaliamo tutti i casi, perché è impossibile e il messaggio alle associazioni nazionali è di concentrarsi sui casi più importanti”.   Le organizzazioni che gestiscono la piattaforma per la difesa della libertà di stampa del Consiglio d’Europa affermano inoltre che c’è una sottostima degli episodi di violenza ai giornalisti nei paesi dell’Est europeo membri dell’organizzazione.  Per quel che riguarda il nostro Paese, sulle 11 segnalazioni pubblicate nel 2020, 6 riguardavano attacchi fisici contro giornalisti. Tra questi casi ci sono l’attacco a una troupe di Sky Tg24 a Napoli durante una manifestazione contro il lockdown; quello al giornalista Mimmo Rubio anche lui vittima di manifestanti anti lockdown; e gli attacchi a diversi giornalisti mentre seguivano le proteste dell’estrema destra a Roma nel giugno 2020.   Attacchi fisici contro i giornalisti negli Stati membri raddoppiati tra il 2016 e il 2020, passando da 24 casi a 52.

Speriamo di non dover annoverare anche altre forme di attacchi come quello alla collega Alessia Truzzolillo cui va la solidarietà di Articolo 21.

(nella foto Alessia Truzzolillo)

 

 

 


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