“Chiediamo la fine delle atrocità contro cittadini inermi della Bielorussia”. La lettera a Draghi dell’associazione Supolka

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Illustrissimo Presidente Draghi,

a seguito della Sua recente nomina a Presidente del Consiglio, ci rivolgiamo a Lei come membri dell’Associazione dei Bielorussi in Italia “Supolka”, che riunisce e rappresenta la comunità dei cittadini bielorussi che risiedono in Italia.

Sei mesi fa, all’apice delle proteste sorte in Bielorussia a causa dei brogli elettorali che hanno sovvertito il risultato delle elezioni del 9 agosto 2020 e la spropositata violenza che ne è seguita da parte delle autorità per far tacere la voce del popolo, la nostra associazione si era rivolta per la prima volta alle Autorità italiane. Lo scopo degli appelli indirizzati al governo di Giuseppe Conte, al Ministero degli Esteri e al Parlamento della Repubblica Italiana, era quello di sollecitare il non riconoscimento del risultato delle elezioni in Bielorussia e dunque disconoscere Lukashenko come presidente, di richiedere la cessazione della violenza sui manifestanti pacifici e promuovere l’apertura del dialogo da parte delle autorità con il popolo bielorusso e i suoi legittimi rappresentanti.

Durante questo periodo tra le iniziative più importanti da parte del mondo politico italiano a sostegno del popolo bielorusso, possiamo sicuramente ricordare i discorsi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Inoltre le risoluzioni unanimi e le audizioni sulla situazione in Bielorussia da parte della Commissione degli Affari Esteri della Camera dei Deputati, in particolare l’ultima audizione dell’inizio febbraio con la partecipazione della leader della Bielorussia, nonché capo del Consiglio di Coordinamento Svetlana Tikhanovskaya. Oltre a questo dobbiamo sicuramente ricordare la creazione del Comitato nazionale per la democrazia in Bielorussia, presentato alla Camera dei Deputati del Parlamento italiano il 13 ottobre 2020, al quale, oltre alla nostra associazione, hanno aderito gli esponenti dei più importanti partiti italiani, i sindacati nazionali, le associazioni dei giornalisti e i privati.

Pur apprezzando profondamente queste iniziative, purtroppo non possiamo ritenere questi passi sufficienti a cospetto della gravissima situazione in Bielorussia di vero e proprio annientamento dei diritti umani e di “terrorismo di stato”. Lukashenko sta usando ogni mezzo per rimanere al potere, con totale disprezzo delle legalità e della moralità delle sue azioni.

A confronto con l’escalation delle violenze senza precedenti che avevano segnato la seconda metà del 2020 (4 morti comprovati, più di 30.000 arresti, circa 500 casi di torture documentate), l’inizio di quest’anno mostra un sistematico aumento quotidiano dei prigionieri politici, che si contano ormai in 250 persone. Molti di essi sono già stati processati e condannati ad una pena detentiva dai 2 ai 10 anni senza essersi macchiati di alcuna violenza, ma soltanto per il loro dissenso.

Tra le persone che hanno subito le condanne ci sono minorenni, donne, persone con gravi forme di invalidità psichica o fisica, giornalisti condannati per aver svolto semplicemente il proprio lavoro di informazione. Le violenze inaudite negli interrogatori, le condizioni disumane in cui versano i detenuti, la pressione esercitata sugli attivisti per i diritti umani, le persecuzioni dei giornalisti e degli avvocati (sotto forma delle perquisizioni, la revoca di accreditamenti e licenze) sono diventati la normalità. La cosa più terribile è l’impunità e il rifiuto dell’apertura delle indagini verso gli agenti delle forze dell’ordine che hanno commesso i crimini come omicidi, torture, stupri e percosse.

Inoltre all’inizio di primavera si prospetta l’introduzione di un nuovo Codice Penale che punta ad inasprire le pene per chi partecipa alle manifestazioni contro le autorità.

In questa situazione di emergenza pensiamo che sia necessario rivolgerci, in quanto parte della società civile bielorussa, a Lei e al Suo nuovo Governo.

Premesso che l’UE si è già pronunciata in merito all’illegittimità di Lukashenko quale Presidente, si chiede che l’Italia:

  1. quale paese membro, faccia istanza all’Unione Europea affinché proceda con la richiesta delle dimissioni immediate di Lukashenko e con lo svolgimento delle nuove elezioni trasparenti. Inoltre chieda ufficialmente il rilascio immediato dei prigionieri politici e la cessazione delle persecuzioni.
  2. inviti per una visita ufficiale in Italia Svetlana Tikhanovskaya, leader eletta, nonché il capo del Consiglio di Coordinamento della Bielorussia.
  3. per mezzo dei suoi Organi si impegni in tutte le Sedi internazionali appropriate, per favorire l’avvio di indagini internazionali indipendenti contro chi ha commesso le azioni criminali e di violenza contro i cittadini pacifici bielorussi.
  4. adotti una delibera di Governo per l’applicazione delle sanzioni, nonché il sostegno alle sanzioni economiche e alle iniziative politiche da parte dell’UE e degli Stati Uniti, che potrebbero spingere il regime bielorusso ad avviare un dialogo politico.
  5. dia l’opportunità ai cittadini bielorussi perseguitati per le proprie convinzioni politiche, di ricevere visti umanitari della Repubblica Italiana.

Una unione fondata sui più alti valori di democrazia non può non udire un tale grido di dolore. Vorremmo che l’Italia, la nostra seconda Patria, ora da Lei rappresentata, fosse di esempio per il mondo e la Comunità stessa, chiedendo a viva voce il ripristino della legalità e la fine delle atrocità contro cittadini inermi della Bielorussia.

La ringraziamo ed inviamo distinti saluti.

Associazione Bielorussi in Italia “Supolka”


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