“Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi”

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“Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi”. Mattarella ha riportato nel suo discorso la celebre frase di Charles Hughes, che molti vedono come una delle massime espressioni per la tolleranza e contro il conformismo. Un male di cui l’Italia soffre da tempo. Fare quello che fanno tutti è la preoccupazione principale di molte persone. E per chi vive in questo modo, non potersi omologare è una sofferenza. Che lo porta continuamente a dire: vedi, tutti fanno questo e io no… tutti hanno questo oggetto e io no… Adeguarsi diventa così la principale preoccupazione, per non sentirsi in minoranza o, come dicono i campioni di conformismo, “sfigati”.

Ma il conformismo non è solo un allineamento passivo; è anche la persecuzione attiva, spesso aggressiva, contro i “difformi” per criticarli. Il conformista si riconosce da frasi precise e ricorrenti: ma ti pare che uno si debba vestire così… guarda quello quanto è grasso… Chi è originale, rispetta l’originalità degli altri e resiste alle critiche dei conformisti. Certo, la frase del giurista americano Hughes si riferiva a ben più alti piani di differenze, ma riportarla nel nostro vissuto come impegno per emanciparci dal provincialismo conformista sarebbe un bel proposito di liberazione per 2020.

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