Articolo 21 e Fnsi: no all’estradizione di Assange in un Paese in cui vige la pena di morte. Il padre: ho paura per lui

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«Sul caso di Julian Assange e di WikiLeaks voglio porre una questione: come si può restare indifferenti alla richiesta di estradizione in un Paese che prevede la pena di morte per il reato di spionaggio? Comunque la si pensi su Assange, non possiamo che essere contrari a questa ipotesi». Così il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha aperto la conferenza stampa, organizzata da Articolo 21 nella sede del sindacato, alla quale ha preso parte anche il padre di Assange, John Shipton.

«Una seconda questione voglio citare, a titolo personale: com’è possibile indignarsi per le rivelazioni di Assange e del team di WikiLeaks e non indignarsi con chi ha ‘ritoccato’ i dossier per scatenare la guerra? Queste persone compariranno mai davanti a un tribunale? Chi vuole processare Assange processerà anche i governanti che hanno ‘truccato’ i dossier per creare consenso alle invasioni?», ha aggiunto Giulietti.

Il presidente della Fnsi ha quindi ringraziato il padre di Assange «per la sua disponibilità a non sottrarsi alle domande» e introdotto le relatrici della conferenza stampa. Elisa Marincola, portavoce di Articolo21, ha portato il saluto dell’associazione e quello del portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, impossibilitato a partecipare.

Poi Stefania Maurizi, giornalista di Repubblica che ha collaborato con WikiLeaks e segue fin dall’inizio il caso di Assange, ha ripercorso le tappe della vicenda. «Negli ultimi dieci anni ho incontrato una sola volta Julian da uomo libero. Per il suo lavoro è stato costretto a fuggire, a rifugiarsi nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove alla fine è stato arrestato, e ora è in carcere. In questo anno ho visto la sua salute collassare», ha detto.

«Se Julian finisce estradato negli Stati Uniti tutti i giornalisti che rivelano crimini di guerra, torture e violazioni dei diritti umani saranno in pericolo», è il monito lanciato da John Shipton.

Assange è accusato di spionaggio dal governo di Washington per aver pubblicato cablogrammi diplomatici e documenti riservati sulle attività dell’esercito americano in Iraq e in Afghanistan. La prima udienza del processo sulla richiesta di estradizione dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti è fissata per il 25 febbraio prossimo.


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