Morti sul lavoro. Una strage che non si ferma. Il Reportage in otto puntate di Fulvio Migliaccio

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Si muore precipitando da un’impalcatura, schiacciati da una pressa, affogati in una vasca, bruciati dalla vampata di un altoforno, asfissiati in un silos. Chi sopravvive a un incidente sul lavoro quando non resta su una sedia a rotelle spesso ne porta i segni per tutta la vita, che comunque cambia – e sempre in peggio. E’ una strage che non si ferma. Centinaia di morti ogni anno. Succede per molte ragioni: inosservanza di leggi e regolamenti, impreparazione, disattenzione, superficialità, nell’epoca della precarizzazione e dei controlli di settore che sono insufficienti. Si muore perché lo Stato e la politica abdicano al loro ruolo di garanti della tutela fisica dei cittadini – non succede ovunque, ma in Italia certamente sì: siamo messi male nelle classifiche dei Paesi più sviluppati. Si muore o si resta invalidi perché la logica del profitto schiaccia tutto. Ma si muore anche perché nel tessuto della coscienza civile l’informazione inietta poco nutrimento. Famiglie distrutte e 5 righe in cronaca. Per noi di Radio1 e dei giornali radio questa informazione è un dovere civile prima che editoriale – e nei nostri palinsesti non abita il silenzio. Per l’occasione della giornata dedicata alle vittime del lavoro, con il direttore Luca Mazzà abbiamo deciso di dare un altro segnale. Abbiamo raccolto l’invito dell’amministratore delegato RAI Salini , della FNSI e dell’USIGRAI. Grazie ad Articolo 21, che ci ricorda sempre che la Costituzione, anche su questo tema, è la guida . Fulvio Migliaccio ha attraversato l’Italia per raccontarci il mondo in ombra.

1) Potenza: parla la sorella di un giovane operaio morto
2) Lucca: la storia di un boscaiolo che perde una gamba e diventa fotografo di sport estremi
3) Arezzo: un’archeologa subacquea che, per sbarcare il lunario, diventa tecnico di camera iperbarica e rimane gravemente ustionata
4) Rimini: un moldavo con due lauree emigra in Italia e lo assumono come badante, ma lavora in agricoltura. Un trattore gli schiaccia una gamba.
5) Treviso: l’orfano di un tecnico, morto per l’esplosione di una bombola, lascia gli studi di medicina perchè non sopporta di vedere le persone soffrire
6) Pordenone: un insegnante albanese arriva clandestino in Italia e diventa operaio. Dopo la perdita di un braccio si laurea in economia e diventa testimonial per la sicurezza
7) Salerno: un operaio della Isochimica di Avellino esposto all’amianto negli anni ’80 si ammala di asbestosi dopo 30 anni. Colpita anche la moglie
8) Modena: il punto della situazione col presidente dell’Anmil (associazione mutilati e Invalidi) Zoello Forni


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