Rapporti sempre più forti tra ‘ndrangheta e narcos messicani

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L’arresto di Vincenzo Roccisano, boss della ndrangheta e narcotrafficante a livello internazionale, segnò la rivelazione dei rapporti intercorrenti tra ndrangheta e narcos messicani. L’arresto consentì agli inquirenti di focalizzare l’elitaria collaborazione tra organizzazioni criminali messicane e ndrangheta riguardante gli enormi flussi di droga dall’America Latina all’Europa. Consentì, inoltre, di valutare i rapporti e i ruoli di vari gruppi criminali dediti al traffico internazionale di stupefacenti. Gli inquirenti attribuiscono a Roccisano la rivoluzione del modello di approvvigionamento del traffico di droga dalle Americhe verso l’Europa negli ultimi due decenni. Negli ultimi anni, la ndrangheta, ha certamente sovrastato i clan mafiosi siciliani e napoletani concorrenti nel commercio europeo di stupefacenti.

La ndrangheta è diventata l’unico mediatore transatlantico proprio grazie all’acume criminale di Roccisano. L’organizzazione calabrese è stata preferita dai messicani a quella siciliana e napoletana perché ritenuta – a ragione – più solida e affidabile stante un legame familiare che lega tutti gli affiliati e che riduce notevolmente il pericolo di collaboratori di giustizia. La ndrangheta sta collaborando con i cartelli messicani per vendere droga in tutta l’Europa. Piuttosto che distribuire le droghe negli stessi Stati Uniti, come una volta faceva la mafia italiana, la ndrangheta ha compreso che conviene concentrare i suoi affari in America Latina e in Africa occidentale. Da lì, controlla le principali rotte di navigazione verso l’Europa, dove la cocaina, ad esempio, vale tre volte di più rispetto al mercato statunitense. Tanto ciò è vero che negli ultimi due decenni, gli affari connessi al mercato degli stupefacenti sono crollati per le tradizionali dinastie criminali italo-americane. Alcuni esperti attribuiscono la loro caduta proprio alla competizione con gruppi criminali internazionali legati ai narcos messicani.

Queste nuove entità criminali, in primis la ndrangheta, hanno potere, denaro e un’enorme quantità di persone che lavorano a livello internazionale. Secondo il Dipartimento di Giustizia americano, i narcotrafficanti messicani rappresentano la più grande minaccia per gli Stati Uniti e per l’Europa. Nel 2018 la Dea ha arrestato oltre cinquecento sospetti collegati al cartello del Golfo del Messico. La maggior parte degli arrestati erano messicani ma tra di loro vi erano anche numerosi calabresi membri di alto profilo della ndrangheta. La simbiosi tra messicani e calabresi ha prodotto un’organizzazione criminale a sé che ha compreso a pieno il vero spirito di globalizzazione. La ndrangheta deve il suo successo transnazionale alla sua capacità fondersi e lavorare con altri gruppi criminali in piena sintonia. Il traffico di stupefacenti rimane la più redditizia delle iniziative criminali e la criminalità organizzata utilizza oggi le più moderne tecnologie a disposizione. Questa tipologia di criminalità organizzata transnazionale richiede sforzi coordinati da parte degli organi di polizia e della magistratura per provare a frenare queste nuove forme criminali che utilizzano strumenti e tecnologie di comunicazione non solo per reclutare potenziali vittime ma anche per gestire i loro traffici illeciti oltre confine.

Le forze dell’ordine hanno bisogno di superare le questioni di sovranità nazionale che spesso si frappongono tra gli Stati dove ad esempio sussiste una forte corruzione governativa. Mentre gli Stati cercano di cooperare tra loro, la ndrangheta consolida i rapporti e i suoi legami con i narcos messicani. Secondo l’Eurispes il giro di affari della ndrangheta legato a traffico e allo spaccio di stupefacenti consente di incassare oltre cento miliardi l’anno, più di qualsiasi altro gruppo mafioso italiano. Si pensi soltanto che le entrate lorde di tutti i gruppi criminali italiani siano stimate in circa duecento miliardi, oltre il dieci percento dell’intero PIL italiano. La maggior parte di quei soldi proviene dal commercio di droga. La “nuova ndrangheta” si è evoluta parla diverse lingue e riesce a investire nella finanza. Per scovare questi enormi patrimoni occorre stipulare accordi non solo con organismi giudiziari e di polizia ma anche con le più grandi banche statunitensi ed europee e con il mondo economico finanziario che le circonda.

La cooperazione tra i diversi paesi diventa decisiva. Occorrono task force di polizia internazionale connesse all’enorme espansione della criminalità organizzata a livello mondiale. Le nuove mafie non conoscono confini e quindi i rapporti continui con i vari Stati europei ed extraeuropei sono fondamentali. Saranno di vitale importanza le prossime evoluzioni nella lotta al crimine organizzato. Occorrerà studiare e conoscere i nuovi mercati strategici del traffico di stupefacenti e si dovrà lavorare spesso sotto copertura per individuare le fonti di approvvigionamento della ndrangheta. Su questo fronte un ruolo di primo piano non potranno non svolgerlo le nuove tecnologie. Internet, ad esempio, è una fonte molto importante. Se non si porrà rimedio nel breve periodo a questa degenerazione il narcotraffico, considerato una nuova forma di potere geopolitico o meglio ancora geo economico transnazionale, sarà in grado di incidere in modo sostanziale tanto nell’economia quanto nella sfera politica essendo in grado di lacerare il tessuto sociale e di generare un’economia illegale sempre più necessaria all’economia cd. legale.

(Vincenzo Musacchio – Giurista e presidente dell’Osservatorio Antimafia del Molise)


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