Manifestazione Cgil, Cisl, Uil del 9 febbraio: questa sì sarà una giornata bellissima.

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Risposta a un sempre meno credibile premier. Visco (Bankitalia) si leva sassolini dalle scarpe. Recessione c’è. Congiuntura in Italia peggiore che altrove. Biennio terribile 2020/21

Di Alessandro Cardulli

C’è solo il presidente del Consiglio che di fronte alla recessione si arrampica sugli specchi e dichiara con un sorriso sulle labbra, che però assomiglia più a una smorfia, che il 2019, l’anno in corso, ” sarà bellissimo”. Conte evidentemente  ha una sua idea su cosa sia la bellezza in economia e anche più in generale. Trova qualche improvvisato economista che segue il premier nella arrampicata sugli specchi e fa spallucce. In fondo, come abbiamo ascoltato anche in qualche telegiornale, si tratta di una “recessione tecnica”, termini usati dagli economisti per segnalare che per due trimestri l’asticella è andata a fondo e che occorre cambiare strada. Comunque, sempre recessione è. Neppure il ministro Tria nega che la situazione sia difficile, anche se non ritiene  sia necessaria una nuova manovra di bilancio. I vicepremier sono in tutt’altre faccende affaccendati. Uno vale per tutti, la Tav Torino-Lione. Salvini si dichiara pronto ad aprire le ostilità se Di Maio continua ad opporsi. È solo uno dei problemi sui quali Lega e pentastellati si stanno facendo la guerra, malgrado i sorrisi a denti stretti, quando si trovano davanti a una telecamera.

Un coro di critiche alla politica del governo gialloverde. Salvini e Di Maio avvinghiati ai posti di potere

La realtà, malgrado i vari Conte, il capofila degli ottimisti, Salvini, Di Maio, avvinghiati come l’edera ai posti di comando, è quella sotto gli occhi di tutti i soggetti che animano la scena economica e sociale. Certo, con angolazioni e proposte diverse, si va dal mondo dei sindacati, la manifestazione Cgil, Cisl, Uil del 9 febbraio con conclusione a Piazza San Giovanni, a quelli  dell’industria, dell’artigianato, del commercio, in particolare con il convegno dell’Assiom Forez che ha riunito un summit del mondo finanziario italiano a partire dal governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco il quale si è levato qualche sassolino dalle scarpe. Proprio all’Istituto di via Nazionale, al governatore, ai dirigenti sono venuti attacchi per le dichiarazioni rilasciate in più occasioni, ultime in ordine di tempo le consultazioni da parte delle Commissioni parlamentari nel corso delle quali chiaro era stato l’avvertimento, prima sulla manovra di Bilancio, ritenuta del tutto inadeguata, poi sui provvedimenti decisi dal governo, i decreti contenenti un po’ di tutto, salvo quello che serviva per scongiurare l’aggravarsi della crisi. Il Di Maio improvvisatosi provetto economista, dallo scranno di vicepremier, aveva sostenuto di fronte alle benevole telecamere di cronisti compiacenti che Bankitalia non ne indovina una. Ignazio Visco nel discorso tenuto al summit Assiom Forex ha  analizzato con dovizia di particolari le cause della frenata del nostro paese, ora recessione tecnica segnata dal -0,2% del Pil nell’ultimo trimestre del 2018 ripetendo i  dati negativi del trimestre precedente. Ha  parlato, Visco, delle “debolezze proprie del nostro paese, in primo luogo l’incertezza sulla crescita, oltre che sull’orientamento della politica di bilancio e sulla ripresa di un percorso credibile di riduzione del peso del debito pubblico sull’economia”. Ha parlato di una economia globale che rallenta, ma ha sottolineato che la congiuntura in Italia “è peggiore che altrove”. “La domanda interna – ha  sottolineato – ha risentito del marcato aumento dell’incertezza, legato prima ai dubbi sulla posizione del Paese riguardo alla partecipazione alla moneta unica, poi al difficile percorso che ha portato alla definizione della legge di bilancio, segnato da contrasti con la Commissione europea risolti solo alla fine dell’anno. L’aumento dei premi per il rischio sui titoli di Stato che ne è derivato si è trasmesso al costo della raccolta obbligazionaria del settore privato, in un contesto di flessione dei corsi azionari”. Ha smentito le previsioni del governo che ha indicato una crescita dell’1%. Nel corso della trattativa con la Commissione Ue sulla manovra  il governo aveva previsto un 1,5%. Bankitalia prevede una crescita solo dello 0,6%. La revisione di stime precedenti, a partire da quelle del governo è stata guidata dal “ridimensionamento dei piani di investimento delle imprese segnalato dalle nostre indagini e il peggioramento delle attese sulla domanda estera”.

Cresce l’allarme sul futuro economico dell’Italia. E lo spread rialza la cresta

A far crescere l’allarme sul futuro economico dell’Italia i “rischi al ribasso” sono ben presenti. Lo spread in questi giorni è tornato a salire. Non solo. Conte parla di un “bellissimo 2019”. Di Maio e Salvini ripetono come fanno i pappagalli. Tria si trincera invece in un silenzio sempre più preoccupante. Voci da  Palazzo Chigi, forse dai ministeri che fanno capo a Di Maio, mentre Salvini sembra disinteressato, continuano  a parlare di uno “spostamento” del ministro Savona alla presidenza della Consob. Lui non conferma né smentisce. Tace. Forse si tratta di un depistaggio da parte dei gialloverdi per mascherare  la gravità della situazione economica. Torniamo così a Visco. Resta un quadro di tensione sia sui mercati che per quanto riguarda la fiducia. Non solo. Il  bellissimo 2019, indicato dal premier, deve  fare i conti con il 2020-21. In particolare sono da definire le clausole di salvaguarda il cui importo è stato portato all’1,2% del prodotto nel 2020 e all’1,5 nel 2021. È vero che nella manovra di Bilancio sono previsti due miliardi congelati. Ma sono bruscolini di fronte al debito che riguarda l’Iva. Si parla di un disavanzo intorno al 3 per cento del Pil in entrambi gli anni. Stando ai conti di Bankitalia, per il riequilibrio dei conti pubblici nella prospettiva di riduzione del rapporto tra debito e prodotto, l’ammontare di titoli pubblici da collocare annualmente sul mercato continua a essere ingente: quasi 340 miliardi per il solo rinnovo dei titoli in scadenza nel 2019, che si sommano ai circa 50 previsti a copertura del disavanzo. La ricetta del governatore: “Investimenti pubblici, complementari a quelli privati, realizzati con rapidità ed efficienza nel quadro di un progressivo riequilibrio dei conti dello Stato. Ma, soprattutto, devono continuare a rivestire un ruolo centrale nell’azione di politica economica interventi volti a rafforzare e modernizzare la struttura produttiva, a renderla più dinamica e in grado di creare maggiori opportunità di lavoro”.

Fornaro, LeU: “la politica ascolti le parole di Visco”

“La relazione del governatore della Banca d’Italia deve essere ascoltata dalla politica, in particolare nella parte in cui Visco sottolinea l’importanza degli investimenti pubblici come fattore fondamentale per sostenere l’economia reale”, ha scritto in una nota il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro. “La recessione arrivata puntuale e ampiamente annunciata da molti mesi – ha aggiunto Fornaro -, avrebbe dovuto essere contrastata dal governo con misure adeguate ed invece assistiamo a un quotidiano finto litigio tra M5S e Lega”. “L’Italia avrebbe ora più che mai bisogno di una nuova stagione politica economica incentrata sugli investimenti pubblici e non della gara tra i due vicepremier a chi raccoglie più like sui social media. L’Italia che lavora e che produce ha bisogno di scelte chiare e di sostegni concreti e non di una sempre più inutile propaganda in chiave elettoralistica”, ha concluso Fornaro.

Il governo gialloverde ha ignorato i sindacati e le proposte unitarie per la ripresa

Passiamo al versante sindacale. Cgil, Cisl, Uil hanno avanzato ormai da tempo, proposte per la crescita. Il governo gialloverde solo a cose fatte, manovra compresa, ha avuto un fuggevole incontro con i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil. Ma Conte, i suoi vice, e Tria, ministro dell’Economia, hanno fatto orecchie da mercante. Ora, come si dice, il vaso è colmo. “La  distanza fra la crescita effettiva del Pil e le irrealistiche aspettative del Governo – afferma la Cgil – genererà un impatto negativo anche sui conti pubblici, diminuendo ulteriormente le risorse per le politiche sociali, industriali e infrastrutturali”. Per il sindacato di Corso d’Italia, “anche dai dati Istat degli occupati di dicembre emerge un’ulteriore conferma dello stato di recessione. Sebbene, infatti, il dato annuo evidenzi che l’occupazione sia cresciuta dello 0,9%, ciò è dovuto esclusivamente ai rapporti a termine, mentre il dato dei permanenti registra addirittura un decremento di quasi 90.000 unità. Una precarietà che continua quindi ad aumentare e ad alimentare il lavoro che non può che definirsi povero”. La manifestazione del 9 febbraio segna il ritorno dei sindacati a Piazza San Giovanni, l’immensa piazza romana, quella delle grandi manifestazioni. Stando alle informazioni che arrivano da tutta Italia, dalle sedi dei sindacati di categoria, dalle Camere del Lavoro alle tre Confederazioni si tratterà  di un evento destinato a lasciare un segno tangibile. Non solo per quanto riguarda la partecipazione, le adesioni di associazioni, movimenti, che saranno presenti con i propri iscritti, le loro bandiere, a partire da quelle dell’Anpi, ma anche per la ripresa del processo unitario delle tre Confederazioni. Sarà una giornata bellissima.

Da jobsnews

 


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