Congresso Fnsi, lettera a Lorusso dell’ex Sottosegretario con delega all’Editoria Lotti

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Caro segretario Raffaele Lorusso,
ho letto ieri le sue dichiarazioni in occasione dell’apertura del 28/o Congresso dell’FNSI (tra l’altro, buon lavoro a tutti i delegati).
In un passaggio del suo intervento lei ha fatto riferimento alla mia gestione come Sottosegretario con delega all’Editoria. Ritengo le sue parole false e offensive.
Non è la prima volta che prova a mistificare la realtà: ne abbiamo parlato spesso anche di persona, ad esempio nel mio ufficio in occasione di alcuni dei nostri incontri ufficiali. Ma visto che questa nuova ondata di menzogne è stata pronunciata dall’autorevole palco del Congresso dell’Fnsi mi corre l’obbligo di ribadire con forza e in modo dettagliato alcune questioni.
Numeri alla mano (verificabili sia in tutti gli atti del nostro Governo disponibili online, sia consultando il sito del Dipartimento Editoria) vorrei soprattutto chiarire due temi: il Fondo per il pluralismo dell’Editoria e il fondo per l’acquisto dei servizi delle agenzie di stampa.
Il primo, negli anni del Governo Renzi e del Governo Gentiloni non ha subito tagli. Lo ripeto: il Fondo per il pluralismo dell’Editoria non ha subito tagli. È stato ogni anno confermato e sono state anche introdotte nuove norme finalizzate a una più equa e più sicura distribuzione di quelle risorse (così come chiesto peraltro da più operatori del settore).
La informo però, caro segretario Lorusso, che invece l’attuale Sottosegretario all’Editoria Crimi ha annunciato il taglio totale (ripeto, il taglio totale) del Fondo, azzerandolo nel giro di tre anni e quindi causando – purtroppo – una gravissima perdita di posti di lavoro; oltre a un impoverimento dell’offerta democratica e plurale dell’informazione nel nostro Paese. E lei che fa? Parla di me e non si occupa di quello che sta facendo Crimi: lo trovo semplicemente surreale!
Il secondo tema riguarda il fondo per le agenzie di stampa, che ammonta a circa 50 milioni di euro. Anche qui è facilmente verificabile che quel fondo è stato lasciato invariato dal sottoscritto: 50 milioni di euro di soldi pubblici ogni anno per i 4 anni che ho avuto l’onore di gestire la delega dell’Editoria.
Lei, fingendo di non sapere, nel suo intervento ha fatto riferimento al bando destinato all’acquisto dei notiziari delle agenzie di stampa. Bando che, attraverso il supporto dell’Anac, ha portato chiarezza in un settore che a detta di tutti (anche delle stesse agenzie) ne aveva un vitale bisogno. Bando che per ulteriori tre anni conferma il fondo di circa 50 milioni di euro. Bando che ha garantito il più ampio pluralismo dell’informazione.
L’aver mantenuto invariato il Fondo ha di fatto garantito che i livelli occupazionali nel settore delle agenzie rimanessero invariati (anzi alcune agenzie in questi anni hanno fatto nuove assunzioni). Quando poi parla della situazione specifica di Askanews teme evidentemente di accusare la proprietà e dimentica che quel Bando garantisce a quella stessa agenzia 4,5 milioni di euro all’anno.
Detto ciò, anche in questo caso lei, segretario dell’Fnsi, decide di attaccare me e si dimentica di chiedere pubblicamente al mio successore Crimi se intenda o no mantenere quel Fondo di circa 50 milioni di euro o se non abbia invece intenzione di tagliarlo o azzerarlo come fatto con il Fondo per l’Editoria. Perché non ha fatto questa semplice domanda a Crimi?
Chiariti questi due fondamentali aspetti, ne approfitto – se me lo consente – per ricordarle alcune delle riforme (non tutte perché l’elenco sarebbe onestamente troppo lungo) che abbiamo realizzato nel corso degli ultimi 4 anni di Governo (anche insieme all’Fnsi e alla Fieg) e che puntualmente finge di dimenticare:
▪ Istituzione del Fondo il pluralismo e l’innovazione dell’informazione;
▪ Ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico al settore dell’editoria;
▪ Innovazione del sistema distributivo dei prodotti editoriali;
▪ Riordino e razionalizzazione delle norme concernenti il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti;
▪ Allineamento della disciplina del trattamento di pensione di vecchiaia anticipata dei giornalisti con la disciplina generale del sistema pensionistico e revisione delle procedure del riconoscimento dello stato di crisi delle imprese editrici ai fini dell’accesso agli ammortizzatori sociali e ai prepensionamenti;
▪ Decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 di ridefinizione della disciplina dei contributi diretti in favore delle imprese editrici di quotidiani e periodici;
▪ Decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96 recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali e misure per lo sviluppo;
▪ D.P.C.M. 12 ottobre 2017 di ripartizione delle risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Ministero dello Sviluppo economico per gli interventi di rispettiva competenza;
▪ Decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 di riforma dei contributi diretti.

Questo, come detto, è solo un piccolo elenco esemplificativo.
Infine, caro segretario Lorusso, vorrei ricordarle due ultimi provvedimenti:
1) abbiamo introdotto per la prima volta la norma che obbliga le aziende che prepensionano con fondi pubblici ad assumere un giornalista a tempo indeterminato ogni tre prepensionamenti.
Sa segretario quante assunzioni sono scattate grazie a questa norma? Visto che non crede alle mie parole può chiederlo a Crimi.

2) La definizione degli incentivi per chi investe nella pubblicità sui giornali e sull’online.
Sa Lorusso quanto ossigeno ha portato alle testate italiane questa norma?
S’informi prima di lanciare le sue inutili accuse che non fanno male a me, ma danneggiano quei giornalisti che lei solo a parole dice di difendere.
Grazie per l’attenzione.

Luca Lotti


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