L’acqua cheta…rovina i ponti ma fa sbocciare Firenze. La Compagnia delle Seggiole al Teatro Niccolini

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FIRENZE – Come il Novelli riportò in auge il teatro in vernacolo fiorentino, così la Compagnia delle Seggiole fa rivivere al massimo delle sue potenzialità la commedia più famosa del drammaturgo.

Sinossi 

Annita (Carolina Pezzini) e Ida (Beatrice Faldi) sono due sorelle, figlie di Rosa (Sabrina Tinalli) e Ulisse (Fabio Baronti), di professione fiaccheraio. Il falegname Cecco (Luca Cartocci) si attarda nella rifinitura di un cassettone, che dovrà arredare una stanza da mettere in affitto. Cecco in realtà è innamorato di Annita che ricambia il sentimento, ma Rosa si oppone al fidanzamento poiché Cecco è socialista. Intanto arriva Alfredo (Andrea Nucci) che vorrebbe prendere in affitto la stanza; nonostante non sia ben visto che un giovane dorma nella stessa casa dove abitano due ragazze, i modi affabili del giovane convincono Rosa a fidarsi e anzi a incoraggiare la corte che il ragazzo fa a Ida, senza sapere che in realtà Alfredo sta facendo il filo a Ida da tempo e che ha organizzato l’espediente dell’affitto per potersi avvicinare di più alla ragazza. Annita però è a conoscenza della vicenda e la racconta a Cecco, che ritiene di poter usare l’informazione per i loro tornaconti. Alfredo si lancia nella lettura della divina commedia per poi proporre alla madre e alle due sorelle di uscire per un gelato, mentre Ulisse è ancora fuori casa per lavoro. Rosa e Ida accettano, mentre Anita rimane a casa dove viene raggiunta da Cecco che vorrebbe suonarle una serenata. I due vengono interrotti dal ritorno di Ulisse e Cecco si nasconde su un fico dimenticando la chitarra a terra. Dopo essersi sfogato della frustrazione lanciando fichi prima a Ulisse, poi a Ida e Alfredo, di ritorno dal gelataio, Cecco assiste dopo che gli altri sono rincasati portandosi con loro la sua chitarra, alla conversazione fra Alfredo e Ida, che pianificano una fuga d’amore. Cecco coglie l’occasione di ingraziarsi Rosa al balzo e organizza un piano con l’aiuto del garzone di stalla Stinchi (Carlo Martelloni).

Il giorno dopo Rosa è sconvolta dalla scomparsa della figlia assieme ad Alfredo, di cui sapeva poco o niente, se non che faceva il reporter, e si confida con le tre vicine di casa (Brenda Potenza, Giovanna Calamai, Anna Collazzo); nel mentre Ulisse convoca l’avvocato Asdrubale (Claudio Spaggiari) che gli spilla un po’ di quattrini mentre il reporter del Fieramosca Bigatti (Marcello Allegrini) irrompe in scena e inizia a riportare su carta ogni minuzia. Siamo alle battute finali: Cecco, introdotto da Stinchi, porta in scena prima Ida e poi Alfredo, che ha intercettato scoprendo il numero della carrozza che quest’ultimo voleva usare per la fuga d’amore. Ulisse e Rosa finiscono col perdonare Alfredo dicendo che se quest’ultimo si mostrerà valido facendo sei mesi di lavoro onesto gli sarà consentito di fidanzarsi con Ida. Alla fine Cecco riceve indietro da Rosa la chitarra che gli aveva tolto e Ulisse getta Annita fra le braccia del giovane, concludendo tutto a “tarallucci e vino”.

-Commento 

La Compagnia delle Seggiole è famosa per far rivivere luoghi storici di Firenze con le loro performance. Stavolta a rivivere è una delle commedie in vernacolo più conosciute, rappresentata senza sbavature e rimanendo fedeli al testo originale. Il testo di base non è invecchiato bene, seppure le battute funzionino comunque e la carica comica del vernacolo riesca sempre a portare l’allegria fra gli spettatori, i temi e i modi dei personaggi ci suonano come antichi e superati, anche se una parte di noi può ricordare nelle cadenze, nelle movenze, nei dialoghi un modo di esprimersi tipico degli anziani. Dunque anche i continui richiami alla violenza (generalmente promessa ma non messa in atto) ci fanno sorridere, ricordando i discorsi un po’ paternalisti dei nostri nonni che, nonostante minacciassero violenza finivano per rendere le minacce quasi grottesche sollevando un effetto più comico che altro. La forza di questo spettacolo sta proprio nella purezza del vetusto, nel richiamare alla memoria detti dimenticati, nello stimolare un velo di nostalgia per la naturalezza un po’ alla buona della città e dei suoi abitanti nei primi del secolo scorso. Nel secondo atto Alfredo cita l’episodio di Paolo e Francesca ripreso dai passi del girone dei lussuriosi nella Commedia dantesca; questa pièce cita allo stesso modo pedissequamente un periodo quasi mitico di Firenze, riuscendo a catturarne l’essenza.

Dal punto di vista tecnico Claudio Spaggiari guida gli attori in modo ineccepibile: tempi comici ben studiati e un ritmo incalzante tengono lo spettatore sempre vigile e divertito, la scenografia parca (un tavolo, una panca, un filatoio, il fico e delle sedie) tipica della Compagnia delle Seggiole aiuta a mantenere l’attenzione sulla storia e l’ottima presenza scenica degli attori fa dimenticare la mancanza di ulteriori fronzoli.

La Compagnia con questa commedia popolare omaggia la città in tutte le sue sfaccettature: brontolona, ridanciana, amorosa, burbera, a tratti ipocrita a tratti pura nella semplicità; un vero e proprio Bacione a Firenze.


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