Familismo elettorale

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Con il familismo elettorale, Salvini ha inventato una variante del familismo amorale, quello dove anche le cose peggiori sono buone, se fatte per avvantaggiare la famiglia. Parlo della scelta di querelare – nella vicenda della sparizione dei 49 milioni della Lega di Bossi – solo il tesoriere che eseguiva gli ordini di accredito (Belsito) e non chi ne era il mandante, ovvero la “family” di Bossi. Che usava quei soldi per spese sfacciatamente personali (multe, laurea fasulla, ecc.).

Ma il “Senatur” è il capo della grande famiglia leghista e quindi è meglio chiudere un occhio e tenerlo fuori da uno scandalo milionario. Che potrebbe depotenziare la ruspa, con la cresta. Un scelta solo d’immagine, perché poi la legge prevede l’estensione della querela a tutti. Ma il popolo della Lega – vecchio e nuovo – perdona volentieri le ruberie della famiglia Bossi, perché è geloso dell’identità nazionale. Dove i ladri sono tantissimi e chi ruba allo Stato è pure ammirato.

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