Dall’Ue messaggio inequivocabile: in Europa libertà stampa non può essere messa in discussione

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«L’Europa deve restare un luogo dove la libertà di stampa non è messa in discussione « dice Juncker durante il suo ultimo « discorso sullo stato dell’Unione ». Il presidente della Commissione – ormai al termine del mandato – non nasconde la stanchezza. Ma non si rassegna al « nuovo che avanza », soprattutto quando ha i connotati del vecchio. Ed il Parlamento Europeo, un paio d’ore dopo, recepisce il messaggio, approvando a maggioranza qualificata ( e trasversale ai diversi gruppi politici) l’avvio di una procedura di sanzione nei confronti del governo di Budapest. Ritenuto responsabile di violazioni allo stato di diritto che comprendono appunto – secondo il rapporto esaminato a Strasburgo- anche inaccettabili pressioni sulla libertà di informazione.
Viktor Orban, un premier eletto durante libere elezioni, non interviene certo a colpi di manganello ed olio di ricino. All’insegna dello slogan “e’ il mercato, bellezza !” le testate più critiche sono state progressivamente acquistate da uomini d’affari vicini al leader. Dopo i cambi di proprietà la linea editoriale si è adeguata. Anche ad una associazione come “Amnesty International” e’ stata resa impossibile la vita in Ungheria. Che però è un paese della Ue, non una dittatura sudamericana.
Per evitare il richiamo Orban ha cercato di mettersi nel ruolo della vittima predestinata : ce l’avete con me perché sono contro l’immigrazione, ha spiegato agli eurodeputati. Preoccupati invece della mancanza di separazione fra i poteri, dell’evidente tentazione di giustificare tutto sempre con l’argomento “ma io sono stato liberamente eletto !”
Per essere effettivamente libere le elezioni hanno bisogno di cittadini bene informati, non imbottiti di fake news. In vista delle elezioni europee previste a Maggio dell’anno prossimo a Bruxelles la preoccupazione è sempre più forte. Ma anche la determinazione a creare strumenti di controllo, che passano -senza dubbio -da un rapporto diverso con i colossi ( americani) del mondo digitale.


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