Occupazione. Il lavoro? Solo precario. Ora lo dice anche l’Inps

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Le assunzioni a tempo indeterminato calano del 5,2%. Scacchetti (Cgil): “in Italia solo un lavoro mordi e fuggi”

Di Alessandro Cardulli

Abbiamo atteso i trilli di gioia di Renzi, Gentiloni, Padoan, Poletti, come avviene ogni volta che Istat, Inps, ministero del Lavoro forniscono dati sull’andamento dell’occupazione. Ormai da molti mesi i posti di lavoro, quelli veri, a tempo indeterminato, sono diventati oro colato. Mischiati ai totali, comprensivi delle varie categorie del lavoro, apprendisti, a termine, somministrazione e altre forme di precariato esistenti solo in Italia, si è dato modo ai media di far apparire un costante aumento dei posti di lavoro. Da qui un cumulo di fake news, le notizie false che sono circolate in questi mesi. Renzi Matteo si è autoelogiato per quanto il suo governo, i mille, fatidici, giorni avrebbe messo in cantiere, leggi Jobs act. Gli hanno fatto compagnia Padoan e poi Gentiloni, sempre dando il merito al suo predecessore, colui che gli ha ceduto, provvisoriamente, il posto a Palazzo Chigi. Dice Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil, che “si è generato in Italia solo un lavoro ‘mordi e fuggi’.

Padoan blocca qualsiasi intervento sulle pensioni

Questa volta a fronte dei dati diffusi dall’Inps ancora i nostri, Renzi,Padoan, Gentiloni non si sono fatti sentire. Solo il ministro dell’Economia ha parlato della “ripresa” che non va sciupata, ricordando fra l’altro gli aumenti delle pensioni. Una vera beffa, parlare di aumenti dal momento che si tratta di pochi, maledetti, come si dice, spiccioli. Non solo, guai a parlare di interventi sulle pensioni così come avevano chiesto i sindacati, e ora, dopo la marcia indietro di Cisl e Uil, la sola Cgil annuncia che la mobilitazione continua, che il governo che verrà, se verrà, dovrà fare i conti con il problema del lavoro e delle pensioni.

Torniamo ai dati sul mercato del lavoro, questa volta nascosti dai media che pubblicano su Internet. Inps fornisce un panorama molto consistente.Numeri su numeri. Bisogna andare alla ricerca del filo che tiene legata la matassa, altrimenti si casca nella trappola delle false notizie. Intanto rispetto al milione più qualche spicciolo di lavoratori in più di cui si vanta in particolare Renzi Matteo nelle comparsate televisive e radiofoniche senza che lo scriba che lo intervista contesti con dati di fatto questo magico milione, Inps parla di 801 mila posti nei primi undici mesi dell’anno scorso. Duecentomila in meno, smentendo l’ottimismo governativo, che è già qualcosa. L’Osservatorio sul precariato dell’Inps, finalmente, dice la verità. Certo sempre nascosta in una miriade di numeri, un labirinto in cui è facile perdersi.

Contratti a tempo determinato e apprendistato a tempo di primato

Nel corso del 2017, sottolinea l’Inps, è aumentato il turnover dei posti di lavoro. Alla crescita delle assunzioni il maggior contributo è stato dato dai contratti a tempo determinato (+26%) e dall’apprendistato (+13,9%); sono invece diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-5,2%), contrazione interamente imputabile alle assunzioni a part time. Ecco la verità che brucia: il lavoro vero quello che, come si dice, ti consente di formare una famiglia, diminuisce e non di poco. Per quanto riguarda le assunzioni a tempo determinato non è di poco conto, anzi, l’incremento dei contratti di somministrazione (+20,3%) e ancora di più dei contratti di lavoro a chiamata che sono passati da 179.000 (2016) a 392.000 (2017), con un incremento del 119,2% legato allo stop ai voucher scattato da marzo, poi sostituiti con le nuove forme da luglio, leggi governo Gentiloni.

Ancora Inps fornisce numeri interessanti. Il mercato del lavoro privato italiano ha creato 801mila posti nei primi undici mesi dell’anno scorso, come saldo tra le assunzioni e le cessazioni avvenute, più di quanto visto sia nel 2016 che nel 2015. Tra gennaio e novembre – per i soli contratti stabili – si sono registrate più cessazioni (1,45 milioni) che assunzioni a tempo indeterminato (1,43 milioni), per un saldo in negativo di 21mila unità, 12 mila ad ottobre.

Ancora numeri indicativi: il saldo di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi: è risultato stabile a +557.000, ma frutto di un calo di 14.000 per i contratti a tempo indeterminato, mente le altre voci sono +61.000 per i contratti di apprendistato, +11.000 per i contratti stagionali e, soprattutto, +499.000 per i contrattia tempo determinato. Altro dato interessante riguarda l’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni: 23,4% nei primi undici mesi del 2017 mentre nel 2015, quando era in vigore l’esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato, la quota di assunzioni a tempo indeterminato era stata del 38,8%.Ogni commento ci pare superfluo.

Da jobsnews


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