“La nostra casa è la vostra casa”

0 0

«Per la prima volta, abbiamo potuto evacuare rifugiati estremamente vulnerabili dalla Libia direttamente in Italia. Un evento eccezionale e uno sviluppo accolto con grande favore che non sarebbe stato possibile senza il grande impegno delle autorità italiane e il supporto del governo libico. Speriamo davvero che altri paesi possano seguire lo stesso percorso – dichiara Vincent Cochetel, inviato Speciale dell’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, per il Mediterraneo centrale -. Molte delle persone evacuate riportano grandi sofferenze, sono state tenute prigioniere dai trafficanti in condizioni disumane e detenute in Libia. Cinque donne hanno partorito durante il periodo di detenzione, e hanno potuto beneficiare solo delle limitata assistenza medica che siamo riusciti a fornire grazie ai nostri partner sul territorio, come l’IMC – International Medical Corps».

Dopo le esperienze positive di Comunità Sant’Egidio e Chiesa valdese, stavolta i corridoi umanitari sono diventati affare anche del Governo che, tramite il Ministero dell’Interno, ha raccolto l’invito della Conferenza Episcopale Italiana. Così, dalla Libia, venerdì 22 dicembre, con due velivoli dell’Aeronautica Militare, sotto il Comando operativo di vertice interforze, si è provveduto al trasporto, da Tripoli all’aeroporto romano di Pratica di Mare, di 162 persone, selezionate dall’Unhcr, perché considerate particolarmente vulnerabili. Si tratta per lo più di madri sole, famiglia con bambini, minori non accompagnati, persone con disabilità, di origine eritrea, etiope, somala e yemenita, provenienti da uno dei centri di detenzione per immigrati regolari della capitale libica. «La nostra casa è la vostra casa», ha detto il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, che ha voluto essere presente all’arrivo a Roma. Assieme a lui, il ministro dell’Interno Marco Minniti e gli operatori di Caritas Italia, che hanno individuato le disponibilità sui territori nell’ambito del circuito di accoglienza istituzionale, cioè Centri di accoglienza straordinaria e Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Dopo i dovuti controlli medici, e prima di iniziare le procedure di identificazione, la Caritas di Roma ha messo a disposizione generi di prima necessità. Personale dell’Unhcr, inclusi mediatori culturali ed esperti legali, era presente per fornire alle persone evacuate informazioni sulla procedura di richiesta di asilo. A tutti è stata concessa la protezione internazionale e tutti verranno inseriti in un percorso di integrazione. Per l’alloggio sono state coinvolte 16 diocesi: Arezzo, Benevento, Bergamo, Biella, Ferrara, Firenze, Genova, Milano, Reggio Calabria, Savona, Teggiano Policastro, Teramo, Termoli, Treviso, Varese, Ventimiglia Sanremo. Le evacuazioni non riguardano solo l’Italia. Nei prossimi giorni, infatti, ne verrà organizzata una dalla Libia al Niger (è la terza), di 131 rifugiati. «Contiamo davvero sulla solidarietà internazionale, affinché ci aiuti a raggiungere l’obiettivo di portare fuori dalla Libia e proteggere 1.300 rifugiati il prima possibile», ha concluso Cochetel, che ha aggiunto: «Gli sforzi compiuti devono essere inseriti in un quadro di interventi più ampio volto a costruire un sistema d’asilo, gestire meglio le migrazioni e affrontare il complesso flusso di migranti e rifugiati in Libia e lungo le rotte verso il Paese».


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21