Shawkan, rinviato ancora una volta il processo

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Entrato nel suo quinto anno di detenzione, il foto-giornalista egiziano Mahmoud Abu Zeid (detto Shakwan), si è visto per l’ennesima volta rinviare il processo. Dalla prima volta che è comparso di fronte a un giudice, il 14 maggio 2015, si va da un aggiornamento all’altro. La prossima udienza si svolgerà il 23 settembre. Nel frattempo le sue condizioni di salute si fanno sempre più gravi e l’umore è tetro.

Shawkan è stato arrestato il 14 agosto 2013 mentre si trovava, per conto dell’agenzia fotografica Demotix di Londra, in piazza Rabaa al-Adawiya, al Cairo, a documentare il violentissimo sgombero di un sit-in della Fratellanza musulmana. Fu un massacro con centinaia e centinaia di morti in un solo giorno.

Per aver svolto il suo lavoro, Shawkan rischia una condanna all’ergastolo per questo lungo elenco di pretestuose accuse: “adesione a un’organizzazione criminale”, “omicidio”, “tentato omicidio”, “partecipazione a un raduno a scopo di intimidazione, per creare terrore e mettere a rischio vite umane”, “ostacolo ai servizi pubblici”, “tentativo di rovesciare il governo attraverso l’uso della forza e della violenza, l’esibizione della forza e la minaccia della violenza”, “resistenza a pubblico ufficiale”, “ostacolo all’applicazione della legge” e “disturbo alla quiete pubblica”.

Il suo “reato” è solo quello di aver fatto il suo lavoro.


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