Politiche sulla famiglia, “progettare sui territori come investimento sociale”

0 0

Al via la Terza Conferenza nazionale della famiglia. Non autosufficienza, dopo di noi, minori stranieri non accompagnati, contrasto alla violenza, livelli essenziali e conciliazione famiglia-lavoro: i temi sul tavolo del gruppo che riflette sulle politiche territoriali

ROMA – Non autosufficienza, dopo di noi, minori stranieri non accompagnati, contrasto alla violenza, livelli essenziali e conciliazione famiglia-lavoro. Non sono pochi i temi sul tavolo del quarto gruppo di lavoroorganizzato per il pomeriggio della prima giornata della Conferenza nazionale della famiglia in corso a Roma e organizzata dal Dipartimento per le politiche della famiglia con il supporto dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia. Tanti temi legati alle politiche territoriali, forse troppi per un singolo gruppo e per circa quattro ore, ma i lavori preparatori hanno già permesso di definire diverse indicazioni e proposte. Alla base, spiega l’abstract del gruppo, deve esserci però una presa di coscienza: “Le politiche per la famiglia devono essere progettate ed erogate come politiche d’investimento sociale – spiega il testo -, cioè come fondamentali fattori produttivi di uno sviluppo sociale inclusivo e sostenibile al cui centro sta la famiglia. Le politiche per la famiglia, perciò, non sono costi, bensì investimenti sul sistema Paese”.

Sul tema delle politiche per la non autosufficienza, il primo punto sottolineato dal gruppo di lavoro è quello di valorizzare il tavolo di confronto istituito col governo, sindacati e associazioni in vista dell’elaborazione del Piano non autosufficienza e della sua concreta realizzazione, a cui è legata la richiesta di un incremento delle risorse. Occorre anche adottare criteri uniformi che superino quelli assunti nei diversi sistemi regionali per accertare le condizioni di non autosufficienza legate all’invecchiamento e ridurre l’eterogeneità della spesa. Compito che potrà essere agevolato dalla costituzione del casellario dell’assistenza. Ci sarà spazio anche per riflettere sul “dopo di noi”, tema su cui si chiedono impegni precisi, tra cui un Fondo nazionale “vincolato”, ma soprattutto “potenziato”, e inoltre “occorre investire su strutture che permettano di smaltire liste di attesa insostenibili”. Tra le richieste anche quella di “una legge quadro sul “prendersi cura”, con particolare attenzione, riconoscimento, almeno giuridico, e valorizzazione della figura del caregiver familiare”. Infine si auspica l’istituzione di un tavolo per la non autosufficienza per definire puntualmente obiettivi e tempi per la stesura del piano nazionale delle politiche per la non autosufficienza.

Altra tematica sul tavolo del gruppo numero quattro è quella dei Minori stranieri non accompagnati (Msna) e la necessità di organizzare “un sistema di accoglienza in grado di rispondere in maniera qualificata sia nell’immediato, sia nel successivo inserimento dei bambini e ragazzi in percorsi di integrazione sui territori”. Tra le diverse richieste, emerge soprattutto quella di affrontare l’accoglienza dei Msna in un ottica integrata con le politiche di welfare, mentre viene sottolineata la necessità di un generale ampliamento della rete di seconda accoglienza. C’è poi il tema delle politiche di contrasto alla violenza di genere, dove non mancano le criticità, come la “discontinuità nell’erogazione delle risorse finanziarie ai Cav con rischio di chiusura, le carenti intese interistituzionali” e il fragile “rapporto tra vittime e Giustizia, che non sempre riconosce situazioni di pericolo”. Su questo tema le proposte vanno dalla prevenzione, alla formazione di figure professionali, dalla comunicazione alla prevenzione, dal sostegno delle vittime alla loro protezione.

Un ulteriore focus riguarda i livelli essenziali delle politiche sociali e la valutazione del loro impatto sulla vita familiare. “Tra le funzioni fondamentali dei comuni vi sono i Lep Sociali – si legge nel testo -, i quali tuttavia non sono stati ancora definiti con legge nazionale; a oggi manca ancora una riorganizzazione complessiva e organica delle funzioni fondamentali, ma soprattutto manca completamente la definizione di un rapporto esplicito, stabile e sostenibile tra il gettito effettivo dei tributi locali e le singole funzioni fondamentali”. Occorre definire, spiega il testo, il cosiddetto “budget territoriale per le politiche familiari”, che “ricomponga in un unico quadro complessivo le risorse messe a disposizione per il finanziamento dei piani territoriali per la famiglia”. Infine, il tema delle politiche per la conciliazione famiglia-lavoro che con l’approvazione nel 2016 da parte del Parlamento Europeo della Risoluzione “Creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all’equilibrio tra vita privata e vita professionale”, torna ad essere un tema ancora una volta attuale e da sviluppare tra tutte le sue diverse facce: dal sistema integrato dei servizi per la prima infanzia ai tempi delle città, dal sostegno alle misure di welfare aziendale e per reti di impresa al sistema dei congedi.

Da redattoresociale


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21