Abbattere i muri mediatici per illuminare le periferie

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Il Cortile di Francesco, che si è appena concluso, ha reso plasticamente evidente il significato profondo dello “Spirito di Assisi”. Non si tratta, solo e soltanto, di evocare e rinnovare il cammino di Francesco, ma della capacità di realizzare un luogo nel quale si incontrano e si confrontano credenti, diversamente credenti e non credenti, tutti animati dal desiderio di reciproca comprensione, di rispettoso ascolto delle ragioni altrui, di faticosa ricerca dei punti di convergenza. Quelle stesse persone che altrove litigano e sono condizionate dall’esigenza di guadagnare un voto o un punto di ascolto in più, ad Assisi si “autoconvertono” alla sobrietà, al rispetto delle differenze, al rigore delle analisi che non lasciano spazio alle invettive e alla sciatteria del tempo presente. La parola, e non solo quella salvata e religiosa, ritrova un senso dentro lo “Spirito di Assisi” che dovrebbe essere considerato un a sorta di ‘patrimonio nazionale, il luogo privilegiato per chi è interessato alla costruzione di un futuro e non ad un permanente e rovinoso regolamento dei conti, politico e mediatico.

Sicuramente Assisi è già diventata la capitale di chi vuole usare la parola per la costruzione dei ponti e per la diffusione della “buona novella” intesa nel senso più ampio, condivisibile da credenti e non credenti; infatti dalla piazza di San Francesco è partita la campagna contro le “Parole ostili” e contro il linguaggio dell’odio e del razzismo. In quella stessa piazza, presente la ministra Fedeli, giornalisti, insegnanti, studenti, francescani, hanno siglato un patto per portare nelle scuole una riflessione sull’uso delle parole, per contrastare chi vorrebbe usarle come pietre, come strumento di offesa e di morte.

Il cammino proseguirà il 29 e 30 settembre quando, nella sala stampa del Sacro Convento, l’associazione “Articolo 21” e la rivista San Francesco riuniranno giornalisti, associazioni del volontariato, studiosi, insegnanti e studenti per discutere dei “Muri mediatici” e per unire chi vuole costruire una rete capace di “illuminare le periferie” e di dare una voce coloro che sono condannati al silenzio, per riprendere un’espressione del Cardinal Martini.

“Non scrivere degli altri quello che non vorresti fosse scritto di te “sarà il cuore di una “Carta francescana sulla comunicazione” che, riprendendo il filo di quella che definimmo con Padre Nicola Giandomenico e con Padre Enzo Fortunato, potrebbe diventare una sorta di dichiarazione comune che, partendo da Assisi, possa positivamente contagiare chi crede nella “Buona parola” come indispensabile premessa per realizzare i ponti della conoscenza, della inclusione e della solidarietà.


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