La solidarietà è un reato

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La solidarietà è un reato. Lo sa bene Cédric Herrou,  il giovane contadino francese, condannato perché rifocilla e ospita i migranti che passano nel suo terreno nella Val Roia, al confine con l’Italia. La notizia – che non fa notizia – gira tra attivisti, per continuare a chiedere la revisione dell’assurda direttiva europea del 2002, che considera illegale ogni forma di assistenza ai migranti senza permesso, ancorché in stato di necessità.

Il caso ricorda i pescatori, che nel 2007 furono messi sotto processo per aver tirato a bordo un gruppo di migranti, che stavano per naufragare, con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Herrou ha disubbidito ad una legge disumana, perché – da contadino – sa cosa vuol dire la fatica, la fame, la sete. I due pescatori hanno disubbidito al divieto di salvataggio, perché – come pescatori –  sanno quanto può essere cattivo il mare. Solo chi conosce la fatica e la sofferenza è capace di offrire solidarietà.
Questa Europa, invece, dove ipocriti politici volevano ne fossero formalizzate le “radici cristiane”,  è ancora bigotta nei riti e atea di umanità. Mentre la più bella forma di eucarestia rimane per me quella raccontata da De Andrè, nel Pescatore. Che viene svegliato da un assassino stravolto, affamato e braccato. “Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno / non si guardò neppure intorno / ma versò il vino e spezzò il pane / per chi diceva ‘Ho sete, ho fame”.

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