Sulla Democrazia e il Referendum… uno scontro generazionale?

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Ultime dal fronte … a 10 gg dal voto

24 Novembre 2016.  Ascolto in TV, per voce di un sostenitore del Sì a me ignoto,  che sul fronte degli indecisi e del No nessuno avrebbe capito nulla: in pratica, con il Referendum tutto rimarrebbe uguale! Una semplice correzione migliorativa insomma. Non è vero che il Senato viene depotenziato, anzi viene rinforzato! Ma va? Come? Addirittura raddoppiato in un cento senso, da figure con più incarichi, portando dentro Comuni e Regioni! Evviva quanto spazio da coltivare per i pochi superuomini o superdonne eletti! e poi non sarebbe  vero che i senatori non vengono eletti, perché da qualche parte, sono pur stati eletti no?!

Sempre più vaghi il rapporto e il collegamento con la rappresentanza democratica. A meno che non si decida di cambiare senso e funzione di ciò che chiamiamo ancora Democrazia. Forse è tutto qui il punto, trovare altri nomi per altre forme di governo. A questo si aggiunge la motivazione autoreferenziale, cioè non partecipata, dell’urgenza dell’intervento: “Si può fare solo ora o mai più !!!” E perché? Quali misteri ignoriamo? Come un amore infelice, quando all’ultimo momento dopo strazi infiniti senza miglioramenti di fronte al rischio di perdere tutto, all’improvviso ci si spaventa e ci si mette a strafare.
Ripensandoci, alla mia perplessità su quell’intervento televisivo, fa seguito uno spontaneo perché: ma allora come mai questa palese, rassicurante semplicità che nulla cambierà, non è apparsa subito tale a tutti e tutte rendendoci tranquilli e contenti?

Al contrario è comparsa l’inquietudine che ci ha spinti, alcuni ad approfondire non solo il contenuto del Referendum, ma anche a valutare modi, stili, contraddizioni che via via si palesavano; ad altri ha prodotto l’effetto di alienazione crescente fino al desiderio di non votare affatto. Comunque sia qualcosa di scadente, improvvisato, dilettantesco, per non dire di peggio, c’è in questa proposta dell’attuale governo. Infine, possiamo davvero ignorare, non tener conto, dei numerosi giuristi, anche non politicanti, che invece sembrano, come noi, essere assai preoccupati e le cui spiegazioni risultano convincenti?

Certo è più facile descrivere ciò che si conosce già da tempo, la vecchia Costituzione, che non un vago assetto futuro di cui non si delineano i contorni se non con con la fantasia … c’è aria di salto nel buio. Come che sia, invece di schiarirsi l’orizzonte avvicinandosi alla data del 4 Dicembre, esso si fa sempre più oscuro agli occhi dei votanti … in un caos che a Roma definiscono come “buttarla in caciara!” fare tanto fumo, rumore, movimento per stordire, camuffare, non far vedere …

A questo hanno contribuito i serrati dibattiti, a tutte le ore, con tante facce anche ignote, tutti esperti? di cosa? da dove escono? Un bombardamento di parole che tutto fa meno che chiarire. Anche qui astuzia? Oppure? La verifica è che troppe, ulteriori domande vengono sollecitate dalle varie esternazioni, ormai esplicitamente politiche che comunque si schierano seguendo il loro filo. Non trattandosi di materia soggettiva, aspettiamo ancora una previsione programmatica per così dire – cioè non una fantasia all’americana, quella che: “andrà tutto bene!”- ma quella corretta, matura, vera, chiara e attendibile sugli effetti reali delle riforme non solo rispetto all’ attuale Costituzione e i suoi cambiamenti, ma sulla ricaduta nei numerosi aspetti e campi della vita sociale dei votanti e non (i minori). Senza dibattiti, basterebbe scriverla e diffonderla senza omissioni, ad uso dei non specialisti, illuminandone onestamente i pregi e le possibili criticità.

Per mia parte, ho studiato la questione come se fosse per un esame universitario, tenendo desta la mia intuizione psicologica laddove insorgessero punti interrogativi.

Il primo è stato proprio: ma che c’entrava ora, in questo periodo così faticoso per tutti di crisi generale, economica, pieno di paure di attentati, terremoti, alluvioni, in difficoltà mondiale, la questione migranti, l’occupazione, l’inquinamento ambientale e altro ancora, che c’entrava riformare la Costituzione e la struttura del governo democratico in punti peraltro sconosciuti ai più e descritti con linguaggi altrettanto sconosciuti (il combinato disposto ha fatto effetto!) ? Qual’ è davvero l’emergenza della data?! Perché questa fretta? Pare che la nostra fiducia non venga semplicemente chiesta, ma imposta per difficoltà! Non dobbiamo preoccuparci, sforzarci di capire, non è roba per noi, ci penseranno loro a sistemare tutto …

Imputo a questo governo una superficialità imperdonabile nei confronti della popolazione, per la conseguente scarsità di chiarezza di un’operazione così importante. Si “butta il sasso e poi si nasconde – o meglio si nasconderebbe potendolo – la mano! Altro che metterci la faccia.

La popolazione dei presunti votanti NO viene sottoposta a contradditori voltafaccia di affermazioni, trattata come una classe di allievi testoni e ignoranti a cui i maestri, irritati, somministrano le loro prediche. E poi? Le svalutazioni e i ridimensionamenti del voto stesso: “E’ solo un voto confermativo!”. Ma che vuol dire, seriamente? Sembra quasi che esso non abbia importanza – eppure la TV incoraggia al andare a votare, come una medicina più volte al giorno, e le lettere di Renzi, onnipresente in TV a tutte le ore, arrivano ovunque sul pianeta. Non sembra un comportamento equo, democratico, del premier di tutti (trattandosi della Costituzione italiana).
Ha invece le sfumature di una sfida, una avventura adolescenziale, lanciata da un premier e suoi amici elevati a ministri, un azzardo di cui neanche loro hanno valutano prima l’impatto sulla popolazione votante e poi anche gli effetti a breve e lungo termine.

Il sovrapporsi di livelli: personali, politici partitici, politici giuridici, europeisti, quel che sia, frastorna chiunque. Stiamo giocando? Se gli americani si sono profondamente disgustati della campagna Clinton-Trump, noi non stiamo messi meglio.

Per questo voterò NO! Da donna che ha sempre votato a sinistra, come tante altre che lo faranno, questo governo, solo nominalmente democratico non riceve la mia fiducia. Non do, alla mia età, la mia approvazione a qualcosa di così vago, di cui si può dire addirittura il contrario, a tal punto che ascoltando i dibattiti, ‘le bussole’, gli orientamenti più disparati, vengono fuori ipotesi iper-ottimistiche oppure catastrofiche. Poteva funzionare per altre consultazioni elettorali, non per questa. Oltretutto accompagnata dal reiterato commento che si tratta di ‘confermare’ e basta o peggio: “la Costituzione è vecchia, è come la Topolino Fiat, va rinnovata, chi ci andrebbe oggi? (parole testuali) …“Chissà che immagine, quale nuovo modello ha in mente colei che lo ha dichiarato? La Ferrari che nessuno si può comprare? forse il SUV a rate? Le utilitarie odierne piene di tecnologia? Forse meglio i motori a carburanti non petroliferi?

27 Novembre … A una settimana dal voto       

Emergono chiari a tutte e tutti, motivi più personalizzati a favore: dobbiamo votare Renzi quindi il Sì – non pensando più né al Referendum né alla Costituzione – ma per contenere una potenziale, minacciosa deriva verso la destra fascista, berlusconiana, leghista, grillina, il tutto ingrandito dalla vittoria di Trump – il quale nel frattempo sta pure cambiando stile e contenuti e non si sa che fine farà. Vecchie insinuazioni sulla linea del chi va con lo zoppo impara a zoppicare.

Nel fronte del NO infatti ci sarebbero solo le accozzaglie, non invece delle possibili, involontarie ma esistenti convergenze di idee, che dovrebbero casomai far pensare a fondo i veri politici. E’ prudente la conservazione dello status quo finché l’orizzonte non diventi chiaro e affrontabile. Ce lo insegnavano già nell’infanzia. Esiste un conservatorismo salutare! Forse la rigidità mentale continua ad attribuire alle parole un valore politico che non hanno. Conservare o lasciare, tenere o buttare, sono due azioni che possono avere o meno valore ed effetto, positivo o negativo. Dipende! Ce lo ricordano i saggi di tutti i tempi e luoghi. L’agire a ogni costo è un sintomo di fuga dalle difficoltà, come la nevrosi di cambiare continuamente tutto, innovare come segno di avanzamento (consumistico). Mercati bulimici, finanze corrotte e losche, fallimenti e chiusure di attività, tassazioni ingiuste, che hanno portato la nostra economia al minimo non depone a favore degli ultimi decenni di governi. E non è colpa della Costituzione! Meglio una Costituzione vecchia, per ora, che una nuova mutilata che non convince tutto il Parlamento. Non si era detto così più volte?

Sull’integrità politica e la paura. Se tuoi cari e stimati amici e amiche di sinistra, quale che sia, votano convinti Sì e a te sembra strano, ti fai venire i dubbi … a me sono venuti … Ma loro se li fanno venire oppure no? E’ difficile parlarne. Neanche con quello che succede del loro partito, che è stato anche nostro un tempo, diciamo almeno l’area, roba da piangerci per chi ha seguito la sua storia. Una famiglia malata, immemore o smemorata, nevrotica, a tratti disfunzionale grave. I loro dubbi intorno al No li procura soprattutto  Grillo? Un po’ meno Salvini? Certo non Berlusconi sdoganato da tempo e già pronto di nuovo al governo? Nonostante le firme false ancora paura di Grillo? Peraltro ho notato che Renzi sempre di più grida e dice frasi poco felici, nella stessa maniera che viene rimproverata a Grillo! Ma che c’entra la Costituzione …cambiarla per compattarsi e alzare un muro difensivo?

Ultima riflessione generale. Le difficoltà che affliggono la democrazia nel mondo, riassunte dagli aggettivi ormai diffusi di; democrazia incompleta, imperfetta, parziale, riguardano la sua realizzazione, sostanzialmente il comportamento e le scelte di coloro che la rappresentano grazie alla delega delle donne e degli uomini che li hanno votati. La ‘perfezione assoluta e realizzata’ si sa, non è di questo mondo, lasciamola quindi da parte, ma rimane ancora un’ottima, irraggiungibile, meta, un orizzonte che ci mantiene sulla retta via … Per ora non è stato trovato di meglio …

Da psicoanalista (che ha fatto anche un po’ di politica) sono abituata a cogliere sottigliezze tra le righe e le parole, e quando non capisco i fatti umani inclusi quelli collettivi, i dubbi mi tengono in sospeso. Il periodo del dubbio è fertile, può essere anche lungo e laddove ci siano versioni diverse dei fatti, si fa ancora più lungo, dovendosi trovare i nessi e le mediazioni per un quadro finale coerente ed equilibrato. Penso di avere una mente addestrata alla ‘democrazia’. Ecco perché, leggendo la sintesi più tecnica riportata qui sotto, da cui sono partita per i miei chiarimenti, avendo escluso per me l’astensione dal voto, permango pazientemente nel dubbio e quindi nel NO prudenziale.

Aggiungo infine che il NO prudenziale, NON ORA, corrisponde (sia per individui sia per gruppi) a una modalità di pensiero più adulto, qualcuno direbbe vecchio! Più consapevole, grazie all’esperienza, rispettoso, onesto, equilibrato, di uomini e di donne che conoscono la vita, la storia, il passato, sulla strada della civiltà e della democrazia non ancora perfette, ma considerate piuttosto come co-costruzioni collettive sempre in movimento … come lo sono tutte le relazioni sociali umane, dall’amicizia alla coppia, piccoli e grandi gruppi, fino al governo di qualsiasi cosa.

Anche per questo ritengo che l’opposizione dei due fronti abbia anche una qualità generazionale (che pure alcuni politici anziani non sembrano decifrare). l’Italia è un paese composto da una rilevante popolazione anziana, chissà come si orienteranno?

Stralci, tratto da: TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2518 del 31 ottobre 2016. Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo

 Cosa c’è che non va:

  1. La trappola della velocità

Quando si prendono decisioni importanti non si discute mai abbastanza. Quando si fanno le leggi, più ci si pensa e meglio è. La democrazia è un processo decisionale lento e paziente … (psicologicamente l’impulsività è molto spesso distruttiva e denota immaturità dell’Io).

  1. La trappola del risparmio

Da quando in qua per risparmiare occorre massacrare la Costituzione, che è la legge a fondamento di tutte le nostre leggi, la base del nostro ordinamento giuridico e quindi della nostra civile convivenza? Per ridurre i costi dell’attività parlamentare basterebbe una legge ordinaria che riduca gli emolumenti a tutti i parlamentari portandoli a retribuzioni ragionevoli (infatti, quindi no comment!).

  1. La trappola della governabilità

Ciò che si nasconde dietro la parola magica – ovvero la cortina fumogena – della “governabilità” altro non è che il potere dei potenti di imporre la loro volontà e i loro abusi senza opposizioni e senza controlli. La governabilità non è né un valore né un bisogno in nome del quale devastare la democrazia, lo stato di diritto, i diritti civili, politici e sociali che ad ogni persona appartengono (qui emerge la vaghezza verbale incongrua, tipica della manipolazione).

Cosa sarebbe meglio mantenere:

 Elogio del perfetto bicameralismo

In un parlamento due camere sono meglio di una: se nell’una si commette un errore l’altra può correggerlo; se nell’una prevale un’alleanza di malfattori, l’altra può contrastarla. Due camere si controllano reciprocamente. Così si sbaglia di meno. Benedetto sia il bicameralismo perfetto (cioè il rimanere su questa via).

  1. Elogio della rappresentanza proporzionale

In una democrazia il potere è del popolo che lo esercita attraverso i suoi rappresentanti. Il parlamento che fa le leggi in nome del popolo deve essere rappresentativo di esso in modo rigorosamente proporzionale. Se invece una minoranza si appropria della maggioranza dei seggi quel parlamento non è più democratico, diventa solo la foglia di fico di un regime oligarchico. E se il governo si sostituisce al parlamento nella sua funzione legislativa non solo quel parlamento diventa una foglia di fico a tentar di occultare l’oscenità del potere reale, ma quel potere non è più né democratico né repubblicano, è diventato un’autocrazia. Benedetta sia la rappresentanza proporzionale (cioè il rimanere su questa via).  

  1. Elogio del costituzionalismo, nemico dell’assolutismo

Il fine e il senso di ogni Costituzione è impedire o almeno limitare gli abusi dei potenti. Nelle società divise in classi di sfruttatori e sfruttati, di proprietari ed espropriati, di governanti e governati, chi esercita funzioni di governo è costantemente esposto alla forza corruttiva del potere. Nessun potere deve essere assoluto, ogni potere deve avere limiti e controlli. Benedetto sia il costituzionalismo, nemico dell’assolutismo (cioè il rimanere su questa via).

  1. Una repubblica parlamentare, non una dittatura

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro “combinato disposto” (ovvero l’effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) mutila ed esautora il parlamento e si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che già detiene, viene meno la repubblica parlamentare. Ma per noi la repubblica parlamentare è un bene irrinunciabile.

(il “combinato disposto” è, dal punto di vista psicologico un dispositivo schizofrenico, un paradosso, il vero nodo che strozza il governo democratico, che non è il management di una multinazionale. Questa, se non è grave furbizia, è una grave mancanza di cultura politica).  

  1. Uno stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro “combinato disposto” (ovvero l’effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che già detiene, annienta la separazione e il controllo dei poteri, che sono il fondamento dello stato di diritto. Ma per noi lo stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri, è un bene irrinunciabile. (come sopra)

  1. Una democrazia, ovvero la sovranità popolare

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro “combinato disposto” (ovvero l’effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) riduce il parlamento a un giocattolo nelle sue mani, si fa un senato non più eletto dal popolo, si fa una camera dei deputati in cui una minoranza rapina la maggioranza assoluta dei seggi, si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che già detiene, la sovranità popolare è annichilita e con essa la democrazia. Ma per noi la democrazia, ovvero la sovranità popolare, è un bene irrinunciabile (come sopra).


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