Il peso della crisi sugli anziani: quasi il 18% ha ridotto i pasti quotidiani

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Secondo una ricerca di Auser e Spi, il crescente disagio economico ha provocato un profondo cambiamento negli stili di vita quotidiani degli over 65. La crisi ha pesato di più fra le persone meno istruite, tra chi ha le pensioni più basse e tra chi risiede al Sud

FIRENZE – La crisi economica ha inciso profondamente sul paniere della spesa degli anziani, con il calo di alcuni alimenti e la crescita di altri. Lo rivela un’indagine condotta da Auser, Spi Cgil e Fondazione Di Vittorio attraverso 11.000 questionari distribuiti in tutte le regioni presso i centri sociali, le sedi sindacali, i servizi fiscali e di consulenza. I risultati di questa ampia indagine sono stati presentati a Firenze nell’ambito dell’ottava edizione della “Città che apprende”.

Il 17,7% delle persone intervistate hanno patito una diminuzione in quantità e qualità dei pasti giornalieri a causa della crisi. La crisi ha inciso di più fra le persone più anziane, gli over 75. Le donne – tra cui è presente una quota maggiore di vedove – per il 20% hanno diminuito pasti e consumi, contro il 15,55 degli uomini. La crisi ha pesato di più fra le persone meno istruite, tra chi ha le pensioni più basse e tra chi risiede al Sud e nelle Isole.

Chi ha patito la crisi fa la spesa soprattutto nei discount (38,7% contro 20,9% di chi non ne ha subito i contraccolpi), ritorna nei mercati rionali (31,7% contro 22,6%), abbandona i supermercati (49,8%, contro 82,8% del totale degli intervistati), ma ricorre in maniera analoga ai negozi di quartiere (22,3% contro 25,4%). Inoltre, sebbene non cambi la frequenza con cui si fa la spesa settimanalmente, per coloro che hanno diminuito i pasti è più frequente l’esclusività con un singolo luogo della spesa (56,5% contro 46,9%).

Tra gli alimenti assunti in modo significativo con la massima frequenza (più di una volta la giorno) si notano i cali più vistosi: ortaggi, verdura e frutta fresca che rientrano più volte al giorno nelle diete rispettivamente del 23,7% e del 33,8% del totale degli intervistati, scendono all’11,1% e 17,8% tra chi ha patito maggiormente la crisi.

Da redattoresociale


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