Rio 2016, si chiudono le Paralimpiadi. “Avete trasformato la pietà in orgoglio”

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Al Maracanà, fra musica, balli e colori, cerimonia di chiusura dei Giochi Paralimpici. Bebe Vio portabandiera azzurra. La gente di Rio premiata con l’onoreficenza paralimpica per l’entusiasmo dimostrato. Craven agli atleti: “Siete dei modelli di comportamento, avete dimostrato che con un atteggiamento positivo nulla è impossibile”

ROMA – Una festa di musica e colori, con balli, esibizioni musicali e un tappeto di bandiere con la parola “amore” in tutte le lingue del mondo. Rio de Janeiro celebra allo stadio Maracanà la cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi e saluta così l’esperienza dell’organizzazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici 2016. Lo fa con tre sensazioni forti: gioia, tristezza, orgoglio. La gioia è quella del pubblico, che ha assistito ma anche contribuito a 12 giorni di spettacolo; la tristezza è quella della morte del ciclista iraniano Bahman Golbarnezhad, ricordato con un momento di silenzio durante la cerimonia; l’orgoglio è quello degli atleti paralimpici, che ancora una volta, per il solo fatto di esserci, hanno contribuito a cambiare, in chi li ha visti, la percezione nei confronti delle persone con disabilità.

“Le vostre eccezionali imprese – ha detto il presidente del Comitato Internazionale Paralimpico Philip Craven chiudendo i Giochi – hanno posto l’attenzione del mondo sulle vostre sensazionali abilità: la gente era quasi in soggezione davanti a ciò che avreste potuto fare e ha dimenticato ciò che credeva non si potesse fare. Avete dimostrato al mondo che con un atteggiamento positivo il corpo umano, ma soprattutto il cuore umano e la mente non conoscono limiti e che ogni cosa è assolutamente possibile. Avete sfidato le previsioni, avete riscritto il libro dei record e avete trasformato quella che poteva essere pietà in orgoglio. Ora siete degli eroi, dei modelli di comportamento per una nuova generazione di appassionati allo sport in tutto il mondo”.

Lo svolgimento delle Paralimpiadi sono state un successo anche di pubblico, nonostante i timori della vigilia: “Avete – ha detto Craven rivolgendosi ai brasiliani e in particolare agli abitanti di Rio – calorosamente abbracciato questi Giochi e portato gli atleti nei vostri cuori. Ne avete fatto i Giochi della gente, ne avete fatto un carnevale, e per sempre avremo in noi il ricordo del tempo trascorso con voi. In una città famosa per i suoi monumenti, il souvenir più prezioso che porto via è il ricordo di voi, fantastici carioca. L’entusiasmo che avete creato, la passione che avete condiviso, il calore che avete emanato hanno ispirato gli atleti paralimpici a raggiungere qualcosa che sembrava impossibile”. E c’è anche un segno tangibile, seppur simbolico, di ringraziamento: “Ho un’ultima medaglia da assegnare: il Consiglio di amministrazione dell’Ipc ha deciso all’unanimità che domani venga assegnata alla gente di Rio e del Brasile l’Ordine Paralimpico, la più alta onorificenza che una persona o un gruppo possa ricevere, per il vostro eccezionale sostegno ai Giochi paralimpici di Rio 2016”.

Cerimonia di chiusura molto partecipata dal pubblico e dagli atleti: come consuetudine hanno sfilato solo i portabandiera – per l’Italia Beatrice Vio, l’atleta medagliata più giovane della spedizione azzurra, con tutto il suo entusiasmo e la sua carica – ma tutti sul terreno del Maracanà hanno potuto vivere una festa di colori e di musica. Con il braciere che si spegne e l’arrivederci a tutti fra quattro anni, a Tokyo 2020.

Da redattoresociale


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