“Soltanto una rissa”. Il cdr di Qn contesta l’articolo del direttore sull’omicidio di Fermo

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Il Coordinamento dei Cdr della Poligrafici Editoriale (Qn, il Resto del Carlino, La Nazione, il Giorno, Quotidiano.net) critica l’editoriale del direttore di Qn Cangini

Soltanto una rissa
di Andrea Cangini
È STATA solo una rissa. Una rissa finita male. Una rissa innescata da una battuta idiota, come quasi tutte le risse. Se ne consumano a centinaia ogni giorno. Nelle discoteche, quando un approccio giudicato troppo diretto o volgare viene sanato a pugni da un maschio orgoglioso che nel difendere la “propria” ragazza in realtà difende narcisisticamente la propria, incerta, virilità. Nelle piazze, quando i giovani di bande diverse misurano a calci e a pugni la caratura della propria, presunta, identità. Negli stadi, dove ogni maledetta domenica viene messa in scena la metafora della guerra consentendo così uno sfogo tutto sommato controllato a un’aggressività sempre deprecabile ma in fondo naturale. Nelle strade, dove uno sguardo giudicato troppo insistente viene a volte vissuto come una sfida dichiarata. Una sfida da sanare col sangue. Siamo stati giovani tutti, e per quanto non tutti i giovani sentano il bisogno di misurare con i pugni la propria credibilità di uomini, tra i giovani (e oggi si viene considerati giovani fin oltre i quarant’anni) è tutto sommato frequente che la violenza prima o poi si sfoghi e che qualcuno si faccia male. Che ci scappi o meno il morto è, spesso, solo questione di sfortuna. Nessuna attenuante, naturalmente. Quando si dà luogo a una scazzottata è sempre buona norma pensare che le cose possano sfuggire di mano: pensare cioè di finire uccisi, o di uccidere. I fatti di Fermo a questo genere di dinamiche in fondo rispondono. Il razzismo è una sovrastruttura, una sovrastruttura come tante. Se invece di dire «scimmia africana» l’idiota di turno avesse detto «terrone», o «juventino di merda», o «comunista», o «fascista»… cosa sarebbe cambiato? L’aggressione verbale dell’ultrà Amedeo Mancini ha scatenato la reazione violenta del nigeriano Emmanuel Chidi Namdi, i due se le sono date di santa ragione, uno dei due è caduto in terra morto. Giusto, anzi, doveroso, che Mancini paghi per quel che ha fatto. È un idiota sfortunato, ma per la legge è comunque un omicida. Ma è chiaro che se il giovane nigeriano l’avesse colpito al capo con il paletto che secondo due testimoni ha divelto e con cui gli si è avventato contro, e se l’avesse ucciso, staremmo qui a raccontarci tutta un’altra storia. È stata solo una rissa. Una rissa finita male. Una rissa innescata da un idiota e pilotata dal Caso. Una rissa su cui si è innestata una sarabanda di esibizioni, di dichiarazioni e di sociologismi francamente degni di miglior causa.

Bologna, 9 luglio 2016

Al direttore di QN-il Resto del Carlino Andrea Cangini

Un’altra brutta sorpresa ci ha colto questa mattina quando abbiamo letto la prima pagina del QN: l’editoriale del direttore Andrea Cangini. E le conseguenti osservazioni di colleghi e lettori. Oggetto dell’editoriale è la morte a Fermo, del profugo Emmanuel Chibi Namdi che ha reagito agli insulti ai danni della moglie, definita «una scimmia». Una notizia alla quale il primo giorno il nostro quotidiano ha dedicato spazi ridicoli sia in prima pagina che all’interno, nonostante arrivasse da una delle nostre zone di diffusione e da un territorio, le Marche, dove siamo radicati da decenni.
Soltanto una rissa, è il titolo. «Una rissa finita come se ne consumano a centinaia ogni giorno. Nelle discoteche, quando un approccio giudicato troppo diretto o volgare, viene sanato a pugni da un maschio orgoglioso che nel difendere la propria ragazza in realtà difende narcisisticamente la propria, incerta, virilità», scrive il direttore Cangini.
L’editoriale prosegue a pagina 10 dove viene sottolineato che «ci scappi o meno il morto è spesso solo una questione di sfortuna. Giusto, anzi doveroso, che l’ultrà Amedeo Mancini paghi per quello che ha fatto. E’ un idiota sfortunato, ma per la legge è comunque un omicida».
E arriviamo a quella che è la considerazione del razzismo da parte del direttore Cangini: «Il razzismo è una sovrastruttura, una sovrastruttura come tante». Ci dispiace, direttore, ma pensiamo e con noi tanti colleghi e lettori, che il razzismo sia la sovrastruttura per eccellenza da cui non si può prescindere nel caso specifico e più in generale visto che sprigiona odio e violenza. Non crediamo che dobbiamo ricordare il significato di questa parola e le conseguenze che ne derivano quando una razza si crede superiore all’altra: dagli olocausti che hanno attraversato i decenni, agli avventi delle dittature più brutali e sanguinarie. L’Europa sul problema del razzismo sta implodendo, per non parlare di quello che sta accadendo negli Stati Uniti e in decine di altri Paesi. Siamo assolutamente convinti che il ruolo di un quotidiano che si definisce Nazionale e considera il gruppo editoriale di appartenenza come uno dei più importanti e prestigiosi del nostro Paese, debba essere di indirizzo, di educazione, di aiuto alla conoscenza vera dei problemi e di ferma, immediata, condanna di ogni forma di razzismo, da quella quotidiana a quella degli stadi. Senza nessuna giustificazione. Questo editoriale, a nostra parere, non l’ha fatto.

Il Coordinamento dei Cdr della Poligrafici Editoriale (Qn, il Resto del Carlino, La Nazione, il Giorno, Quotidiano.net)


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