Flash-mob e striscioni esposti negli stadi per Regeni. 24 aprile a Milano con Amnesty

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Dopo i David di Donatello, nel fine settimana che ci aspetta ancora un’esplosione di giallo per Giulio Regeni. A iniziare da sabato 23 aprile le squadre di calcio della serie A esporranno in tutti gli stadi italiani, prima del fischio di inizio delle partire, gli striscioni di Amnesty Italia per chiedere “Verità per Giulio Regeni”. A Milano, domenica 24 aprile, in piazza della Scala, alle 16,30, l’organizzazione per i diritti umani che ha lanciato la campagna per il ricercatore italiano ucciso al Cairo, animerà un flash-mob con tutti gli attivisti riuniti nel capoluogo lombardo per l’assemblea generale annuale.  Anche Articolo 21 sarà presente.

Sul fronte delle indagini, come c’era da aspettarsi, tutto langue. L’Egitto continua a prendere tempo e sembrerebbe che le autorità giudiziarie siano  orientate a chiudere al più presto l’inchiesta. Anche sul fronte politico si prosegue sulla strada del ridimensionamento della vicenda. La Camera dei rappresentanti dell’Egitto, che ha discusso ieri del caso dell’omicidio Regeni, ha votato un documento che sostanzialmente conferma la linea assunta dal primo momento dal Governo guidato da Fattha al-Sisi.

I deputati dell’assemblea egiziana hanno ascoltato il resoconto di Ahmed Saed, il capo della delegazione di 13 parlamentari rientrati da Strasburgo dove si erano recati per rispondere alla relazione dell’Europarlamento sul caso dell’italiano assassinato dopo giorni di torture e sulla situazione dei diritti umani nel Paese.
La relazione presentata da Saed, pur sottolineando la necessità di mantenere i contatti con il Parlamento europeo per condividere tutte le informazioni sul rispetto dei diritti umani in Egitto e sulla vicenda Regeni, non ha fornito elementi nuovi.
Nei giorni scorsi il parlamentare Mohamed el Orabi, ex ministro degli Esteri, aveva annunciato che la Camera dei rappresentanti avrebbe inviato una rapprese tanta a Roma per cercare di ricucire i rapporti con l’Italia dopo la crisi su Regeni. Ma ad oggi non si hanno conferme.
L’ex ministro aveva anche aggiunto che prima di partire la delegazione avrebbe visto i pubblici ministeri e gli inquirenti che stanno indagando sull’omicidio per conoscere i dettagli degli ultimi esiti delle indagini. Ma, secondo la stampa locale, nessun incontro sarebbe finora avvenuto né in Procura né in luoghi istituzionali. Al Consiglio d’Europa, intanto, è stata presentata una dichiarazione, promossa dalla delegazione italiana e sottoscritta da 100 parlamentari, con la quale si esprime la più ferma condanna del gravissimo episodio di cui è stato vittima il nostro connazionale.

Nel testo, oltre a ribadire la solidarietà ai familiari di Giulio e di ogni vittima di violenza e tortura, si fa riferimento al mancato rispetto da parte dell’Egitto della Convenzione contro la tortura e dell’art. 52 della sua Costituzione che lo ha dichiarato ‘crimine non soggetto a prescrizione’. “Chiediamo al Governo egiziano di collaborare pienamente all’accertamento della verità sulla morte di Giulio Regni – ha sottolineato Michele Nicoletti, presidente della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa – e ai nostri Governi a esercitare ogni pressione affinché l’Egitto dimostri un impegno fattivo al rispetto dei diritti umani e a una piena collaborazione internazionale. Solo in questo modo  potrà garantire la propria credibilità di Paese sulla via della democrazia e dello Stato di diritto”.

La dichiarazione è stata firmata anche da esponenti della nostra delegazione di altri gruppi politici  e dai rappresentanti di molti dei 47 paesi che fanno parte del Consiglio d’Europa.
Una posizione forte, dunque, che aumenta la pressione affinché il Cairo sia pienamente collaborativo con l’Italia. Sia dalla Commissione Junker che dagli altri organi europei sono arrivati richiami e sollecitazioni ferme sul caso Regeni. Proprio la sede dell’Ue a Roma sarà una delle tappe del tour che il 2 maggio, in occasione della Giornata mondiale della libertà di informazione, Articolo 21, Federazione della stampa e altre organizzazioni, toccherà varie ambasciate, tra cui quella egiziana, per chiedere il rispetto dei diritti umani e per denunciare le violazioni nei confronti di giornalisti e di attivisti impegnati nella difesa della libera espressione.

 


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