Camerun, tre giornalisti in corte marziale per “omessa denuncia”

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È iniziato il 21 gennaio il processo in corte marziale nei confronti di Baba Wame, Rodrigue Ndeutchoua Tongue e Félix Cyriaque Ebolé Bola, tre giornalisti imputati di “omessa denuncia”, ai sensi dell’articolo 107 del codice penale, per non aver fornito informazioni e fonti su un’inchiesta che stavano svolgendo. Se giudicati colpevoli, i tre giornalisti rischiano fino a 7600 euro di molta e addirittura da uno a cinque anni di carcere.

I fatti risalgono all’ottobre 2014. Wame, Tongue e Bola stavano indagando sulla possibile complicità tra elementi delle forze di sicurezza del Camerun e un gruppo armato della Repubblica Centrafricana che poco tempo prima aveva sconfinato e attaccato una città nell’est del paese. Dopo aver ricevuto documenti riservati, i tre giornalisti avevano scritto alla polizia chiedendo commenti e ulteriori informazioni. Non avendo ricevuto risposta, avevano abbandonato l’inchiesta.

A non abbandonare la vicenda è invece stata la magistratura camerunense che, dopo le prime misure cautelari, l’obbligo di firma settimanale alla polizia e il divieto di scrivere articoli, ha disposto il rinvio a giudizio. Wame, Tongue e Bola negano di aver tenuto riservate informazioni che avrebbero potuto compromettere la sicurezza del paese. Si sono semplicemente limitati, come nel loro diritto, di proteggere la loro fonte.

Amnesty International e Reporter senza frontiere hanno chiesto il ritiro delle accuse e il proscioglimento dei tre giornalisti, ricordando che il Camerun ha ratificato sia la Carta africana dei diritti umani e dei popoli che il Patto internazionale sui diritti civili e politici, che tutelano i giornalisti e le loro fonti.

 


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