Baccaglia (invano) con Merkel

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Quarto, la resa dei 5Stelle. Grillo dimissiona la sindaca. Ma lei, Rosa Capuozzo, resiste, ritiene di non aver favorito interessi di camorra e di aver avuto poco tempo, solo alcuni mesi, per dimostrare la proprie capacità. Repubblica e Corriere usano il caso di Quarto come metafora della contraddizione interna al partito di Grillo. “La fine dell’equivoco del non partito, portavoce della bandiera dell’anti politica”, scrive Diamanti, “Perché, in realtà, Il M5S era ed è un partito”. E come ogni partito non solo è “scalabile” dalla cultura e dagli interessi (non per forza buoni) di un determinato territorio, ma deve tenere conto, oltre che delle responsabilità dei suoi eletti, anche della percezione che ne ha l’opinione pubblica.
Gas, Putin chiede aiuto a Renzi. Titolo grande della Stampa. Lo zar russo vuole raddoppiare Nord Stream, il gasdotto che bypassa Turchia, Ucraina e paesi europei dell’est. Alla Merkel conviene e a Renzi, che ha protestano, propone di imbarcare Eni nell’affare. Io, gufo, coltivo un’altra idea della politica che serve. Serve dar battaglia contro le sanzioni alla Russia, serve convincere il governo dell’Ucraina a trattare con Mosca e a offrire uno stato federale, con ampia autonomia alle popolazioni russofone dell’est, serve dire agli americani che Putin non ha tutti i torti quando considera la Nato un fucile puntato verso la Russia piuttosto che un alleato contro l’Isis. Ma Renzi è un politico di diversa schiatta e preferisce “battere i pugni” -come facevano Berlusconi e Tremonti- per poi lucrare affari o favori.
Renzi (e Boschi) attenti alle due M. M come media e come magistratura. É il consiglio del politologo Calise, intervistato per l’Espresso da Marco Damilano. I media oggi se la prendono con Maria Elena: “Etruria, la Boschi perde la testa”, scrive il Fatto. Sa tutto sugli affari della banca, “salva papà e attacca Visco” (Bankitalia).. E Repubblica, riprende gli articoli di Sarzanini, Corriere, e titola: “Tutti i guai della Boschi. La mossa sbagliata del padre, il ruolo del fratello, la difesa del ministro. Da Arezzo a Roma il collasso della banca toscana sta facendo tremare i palazzi della politica”. L’altra M, la magistratura, indaga sul grumo dei poteri aretini e accusa il premier di demagogia non responsabile, quando decide di mantenere il reato di clandestinità “paralizzando le procure”. D’accordo il capo della polizia.
Non si dovrebbe, ma si trivella. Michele Emiliano va su tutte le furie e si dice “pronto a scatenare l’inferno”. Ha scoperto che il 22 dicembre, 24 ore prima che la Camera approvasse il divieto di cercare petrolio entro le 12 miglia dalle coste, la ministra Guidi aveva autorizzato trivellazioni di fronte alla coste della Puglia, della Calabria, della Sicilia. É noto come nel nostro mare ci sia poco petrolio e di cattiva qualità. Costa troppo tirarlo fuori, ora che il greggio i sauditi lo regalano. La scelta però è ideologica, serve a rassicurare il capitalismo sull’affidabilità del governo, serve a creare “fiducia”. Proprio come il jobs act. Oggi l’alleato di governo Sacconi dice al Corriere che la proposta di Cgil,C isl, Uil “è un ferro vecchio”, che bisogna prendere a modello quella di Feremeccanica “che è più importante del jobs act”, perché concede salario solo in cambio dell’asservimento del lavoratore all’impresa.
Molesta e aggredisci la donna bianca, usala come vuoi. A Colonia sarebbe andato così: un ordine via web e il branco dei nord africani che parte. Lo ha detto un ministro tedesco, i nostri giornali han subito fatto eco. Troppo semplice e troppo comodo immaginare un Isis del mobbing dietro quella vergogna. Il conflitto è culturale, siamo davanti alla reazione del maschio delle caverne (e delle estreme periferie) alle prese con le libertà delle donne e delle città. Basta che un imbecille scriva sul social “si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale” (cioè in piazza a molestare) e il “vengo anch’io” diventa virale. Dio ci guardi da poliziotti e politici che provano a nascondere la loro prima reazione, che è stata tacere e minimizzare, con l’alibi del complotto islamico che piace alle destre estreme!
Baccaglia con Merkel e non si fa promotore di una nuova politica. Intervista di D’Alema al Corriere della Sera. “Era sbagliato l’ostracismo all’Iran dettato da “due alleati dell’Occidente: Arabia Saudita e Israele. I quali, più che alleati, si sono rivelati due problemi”. “In medio Oriente è in atto un conflitto tra potenze che degenera in conflitto religioso. L’Arabia Saudita teme l’ascesa dell’Iran e ha messo a morte un chierico che non era estremista, Nimr Al Nimr, per provocare la reazione dell’ala conservatrice del regime iraniano”. “Il governo della destra israeliana sta giocando un ruolo negativo nella regione. Con l’espansione delle colonie, la prospettiva di uno Stato palestinese è di fatto scomparsa. Gli intellettuali credono ormai allo scenario che chiamano sudafricano. Un unico Stato, in cui i palestinesi dovranno battersi per i propri diritti. È nata così la nuova Intifada”. E l’Italia? “Non siamo tra i protagonisti. Questo ci ha evitato se non altro di commettere errori. Non siamo tra coloro che hanno destabilizzato, ma neppure tra coloro che cercano di rimettere insieme i pezzi”. Tutto giusto. Tranne l’idea (di D’Alema) che, con un altro governo e un altro premier, noi italiani potremmo ben guidare, e con successo, una missione militare in Libia.

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