Lezione di politica. Caffè del 16 dicembre

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In politica, come nelle guerre di un tempo e nel gioco degli scacchi, è importante presidiare il centro del campo. Matteo Renzi stava perdendo questo controllo.

Lo sciopero generale gli aveva consegnato la sfiducia di milioni di lavoratori, giovani e precari. Il semestre italiano si stava concludendo senza risultati e con molte nubi all’orizzonte. L’inchiesta per mafia a Roma portava sul banco degli imputati il Pd, unico partito ancora in piedi e partito da sempre delle amministrazioni regionali, provinciali, comunali. Infine quasi tutti avevamo ormai compreso come le “riforme” – Italicum più disarmo del Senato- sarebbero servite a consegnare tutto il potere al Premier, con un Parlamento delegittimato e poco influente.

Ecco che il principe reagisce. Sovrappone all’immagine della Roma mafiosa quello della città eterna pronta ad accogliere le Olimpiadi. Certo, “le mafie già si allenano -come scrive Il Fatto- (per conquistare i) dieci miliardi per i giochi”. Certo, M5S, Lega Nord e perfino Vittorio Feltri insorgono, ma lo schema può funzionare. Il giovane premier scommette sul futuro, come Nerone, promette che Roma risorgerà più grande e più bella che pria!  “Non è con i ladri -ha detto il nostro- che si blocca il sogno italiano”, frase che al popolo consumatore, davanti alla Tv o in rete, può piacere.

Poi il nostro accoglie Prodi a Palazzo Chigi. Prodi? Quello che un’ora dopo il tradimento dei 101 proprio Renzi fu il primo a dire che ormai era bruciato? Sì, proprio lui, ripescato come spauracchio per Berlusconi. “Un arma impropria”, la definisce il Giornale . Ben inteso, è probabile che Romano non salirà mai sul Colle fatale, perchè ora che Matteo lo ha nominato, Grillo e Di Battista non avrenno alcuna voglia di proporre il suo nome. Balbetteranno e tornerà il Nazareno: Per Renzi un figurone senza pagare dazio. “Giochi d’azzardo”, li chiama il manifesto. Vero, ma nella prossima mano -l’unica che interessi il premier- può darsi che valgono quanto un tris d’assi.

Domani alle 8, il premier e segretario del Pd ci ha convocati, noi senatori, per dirci di fare i bravi sulla legge di stabilità ma soprattutto per parlarci di legge elettorale. E ci dirà che non si vota, siate sereni la cadrega è assicurata ancora per un pò. A costo di scrivere nella legge che non si voterà prima del 2016. E si mostrerà comprensivo, disposto a fare eleggere quqlache deputato in più con le preferenze (“è Berlusconi che non vuole”), e a promettere primarie aperte e democratiche. Siate sereni, anche se non dovessi scegliervi io, potrete farcela a scalare, di nuovo ,un seggio.

Bravo, Matteo, per questa lezione di politica! Repubblica: “Renzi mette in campo anche la carta Prodi”. La Stampa: “Roma 2024 l’Italia ce la può fare”. Corriere (pagina 8) “La clausola che attiva l’Italicum nel 2016”. Può farcela il nostro novello Principe? Sì, questa mano la può vincere. Perchè Berlusconi è debole e tentato di proteggere solo i propri interessi televisivi. Perchè Grillo ogni volta che lo sfidi sulla politica fugge come un coniglio, e strepita facendo godere il Premier che può additare “l’antipolitica distruttiva, se non addirittura eversiva. Perchè temo che le minoranze Pd non vadano oltre la nobile (e non rilevante) frase di Bersani: “non è Matteo che può chiedere lealtà”.

Certo è che con questa politica tutta congiunturale e con l’immediatismo renziano i nodi si annioderanno anzichè sciogliersi. Fino a quando sbatterà Renzi, con l’Italia e noi tutti dietro. Un altro mondo è possibile? Speriamo. Consiglio la lettura di Gallino, Repubblica pag 31

Da corradinomineo.it


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