I diavoli del fango

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Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che hanno gli istituzionali quellilà che hanno visto Genova, dove potremo mai andare a parare? Da nessuna parte, così come stiamo messi e cioè con la fermissima intenzione degli interessati (a certo sistema) di non schiodare. Vogliamo fare dimettere i sindaci? E facciamoli dimettere e, qual sovrapprezzo da dare in pasto al popolo, processiamoli pure. Ma intanto gli autentici responsabili dei “massacri idrogeologici e affini” (così come del resto di tutti gli italici altri “massacri”) sono immuni sempre, perfino quando la loro immunità è subordinata a verdetto parlamentare (l’ultimo, ma non l’ultimo, il caso Azzollini).

E così si prosegue, per attutire e ottimizzare le tragedie, a inventarci robe nuove e a stralciare robe vecchie.
Le robe nuove d’oggi sono gli “angeli del fango”, espressione che però nuova non è visto che è stata riciclata dall’Arno straripato nel ’66, ma per gli italiani nati nel 90 o giù di lì resta espressione d’effetto e, sia chiaro, a questi ragazzi di ieri e di oggi va il nostro abbraccio ancora (nonostante tutto) zeppo di speranza!
E’ lo stralciare robe vecchie che però riesce meglio. Infatti i “demoni” di ieri proseguono a essere quelli di oggi. Il loro potere di riciclarsi (ben diverso dallo “stralciare” che ci propinano!) consentirà al Paese di “superare” l’ennesima genovese catastrofe…


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