La moneta virtuale illegale

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E’ nata sei anni fa la moneta virtuale che rischia di trasformarsi rapidamente in uno strumento efficace per finanziare mafia e terrorismo, e diventare dunque uno strumento pericoloso, una trappola per gli utenti ,la nuova frontiera dell’economia nera in tutte le sue possibili declinazioni, dall’evasione fiscale, al riciclaggio al traffico di armi e stupefacenti. Nel rapporto annuale della sua “unità di informazione finanziaria (UIF) presentato ieri dalla Banca d’Italia e guidato dal colonnello Alberto Reda, si segnala con chiarezza i rischi legati a un metodo di pagamento non soggetto ad alcun rischio da parte di chi la utilizza, e per di più non soggetto ad alcuna regola da parte di autorità pubbliche e per di più esposto a una volatilità spaventosa. Solo negli ultimi sette mesi ,il valore della moneta virtuale è infatti crollato da 1.132 dollari a 363 salvo poi rimbalzare nel fixing di ieri del sito Bitstamp che per altro uno di quelli indicati per l’indicazione del valore di scambio(e il solo fatto che più siti diano ciascuno il proprio, la dice lunga.

Per altro si comprende meglio l’allarme della Banca d’Italia e le preoccupazioni crescenti se si tiene presente che sono in circolazione 12.276.100 monete virtuali della Bitcoin e che i portafogli sono gestiti da indirizzi anonimi e che l’autorità bancaria europea ha consigliato di “non acquistare o vendere monete virtuali”.

L’allarme della Banca d’Italia arriva tempestivamente se si tiene presente che soltanto quattro giorni fa la European  Banking  Authority, la stessa che sta conducendo gli stress test sui maggiori Istituti dell’Eurozona insieme alla Banca Centrale Europea, aveva a sua volta messo in guardia contro ben settanta pericoli legati all’uso della Bitcoin  moneta.

Ora se si tiene conto che nel nostro Paese ci sono molti, potremmo dire moltissimi esercizi che accettano la moneta virtuale: 61 in Lombardia ,36 nel Veneto, 22 in Friuli,40 in Toscana, 27 in Abruzzo, 9 in Campania e 16 in Sicilia si comprende l’estensione del possibile danno che può verificarsi a livello nazionale e se si guarda agli esercizi che accettano la moneta virtuale nel resto di Europa e del Mondo l’allarme non può che crescere perché si può parlare di 2158 esercizi in Nord America, di 1892 in Europa ,di 301 in Asia, di 292 in Sud America, di 32 in Africa e di 172 in Oceania.

Insomma le banche centrali hanno deciso una vera e propria mobilitazione contro le monete virtuali e lo stesso sta facendo la magistratura e la Guardia di Finanza.” L’uso della moneta virtuale-ha dichiarato il procuratore generale della Corte di Appello di Roma, Luigi Ciampoli-non offre chiarezza nella tracciabilità e può essere uno strumento ideale per riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo e delle mafie e più in generale per traffici illegali.

D’altra parte ,la Guardia di Finanza afferma che “Bitcoin consente di aggirare i tre cardini su cui nel tempo è stata faticosamente costruita una disciplina internazionale contro il riciclaggio. ” La moneta virtuale infatti non prevede né l’identificazione di chi dispone l’operazione finanziaria né la sua registrazione e neppure la segnalazione di “operazioni sospette” per entità o soggetti coinvolti.

Se parliamo di cifre, peraltro,  dobbiamo tener conto che il commercio di queste monete virtuali ammonta-secondo stime della Finanza-intorno ai cinquanta miliardi di fronte a interscambi in chiaro  che si aggirano intorno ai cinquemila miliardi al giorno. Le cifre fanno capire l’entità del pericolo se le banche centrali e le autorità giudiziarie e finanziarie non interverranno presto e in maniera  efficace a stroncare il nuovo strumento che si colloca al confine tra legalità e illegalità.


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