La scuola e le nuove generazioni

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Impegnato a scrivere un libro che,una volta tanto,mi pare urgente perché – dopo molti anni-vorrei ritornare  a parlare del fenomeno che trionfa di questi tempi,i populismi,non mi resta il tempo di commentare per i miei quattro lettori quello che succede. Ma, questa volta, faccio una piccola eccezione, a sentir parlare di scuola e di studenti per un debole che confesso di avere per il mondo in cui si studia e si cerca,in un mondo come quello italiano che sembra di aver perduto il gusto della ricerca. Non ricordo ancora una volta(l’ho già fatto più volte) le classifiche sull’Italia ignorante in cui soltanto il sette per cento degli italiani legge almeno un libro e potrei continuare con altri esempi.Ma mi capita di leggere su un quotidiano,lo stesso che ha parlato giorni fa del Test dell’OCSE di Pisa sulle competenze in matematica,lettura e scienze dove i nostri quindicenni hanno mostrato di essere molto indietro rispetto non soltanto ai soliti asiatici che veleggiano due anni in media due anni avanti a noi ma anche ai coetanei del Nord Europa(Finlandia in testa).

Ebbene proprio oggi sembra dimostrarsi che i quindicenni italiani vanno molto meglio degli altri nella vecchia arte di risolvere problemi pratici e urgenti.Da una parte-secondo i commentatori del sondaggio- i nostri quindicenni si dimostrano molto “resilienti”:cioè sanno rispondere bene alle difficoltà che di volta in volta la vita pone di fronte a loro e accumulano 510 punti contro la media OCSE di 500). Il merito,secondo gli esperti OCSE,dipenderebbe molto dal nostro variegato curriculum scolastico che spazia tra materie molto diverse e, in questo modo,apre la mente ai nostri ragazzi.

Se si guarda ai risultati scorporati per regioni si vede come il Nord Italia che in matematica gareggia con le capoliste europee,nel problema appena indicato del “problem solving” è addirittura in grado di dar fastidio agli asiatici e ai “primi della classe” canadesi e finlandesi.A far di conto son più bravia i ragazzi del NordEst(514 contro una media italiana di 485 punti) a risolvere i problemi sono più bravi i ragazzi del NordOvest con 533 punti contro i 527 del Triveneto.Quanto alla differenza tra maschi e femmine:se già in matematica le nostre ragazze se la passano male(sono sotto di 18 punti rispetto alla media dell’OCSE di 11) nella risoluzione di problemi,i maschi hanno il doppio di probabilità di andar bene delle femmine. Anche in questo caso è determinante il fattore culturale,leggi la mancanza di autostima da parte delle ragazze. 

Un ultimo dato interessante, e che vale la pena segnalare,è quello relativo all’uso delle nuove tecnologie a scuola.Il loro impatto varia da Paese a Paese. E’ positivo in undici paesi,negativo in sei,irrilevante in 16 tra i quali l’Italia.E questo dimostra bene che dotare una scuola di computer o tablet non basta a farla funzionare meglio.Dipende-ed è logico che sia così-tutto dall’uso che si è in grado di farne.        


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