80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Il Cremlino si impegna a non intervenire negli affari ucraini

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Secondo quanto apprendiamo dall’organo d’informazione french.news.cn, la Russia è preoccupata per la situazione in Ucraina, tra le varie cose soprattutto sull’ascesa di un certo sentimento anti-russo, ma non interferirà negli affari interni dell’Ucraina, così ha confermato nelle scorse ore il  portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Lo stesso Peskov ha dichiarato che il suo paese osserva ciò che sta accadendo in Ucraina con preoccupazione e spera che i  partner ucraini risolvono la situazione il più rapidamente possibile, ribadendo la continuazione del sostenimento da parte della Russia  della vicina nazione ucraina. Sempre il rappresentante russo ha chiarito che  Mosca avrebbe preso in considerazione eventuali ricorsi Kiev sulla concessione degli aiuti e la fornitura di servizi, ma  solo se le chiamate vengono  dagli stessi ucraini stessi, ribadendo che la visione russa è quella di  vedere l’Ucraina come uno stato prospero, stabile, democratico, ricco e molto vicino alla Russia spiritualmente ed economicamente, tanto che la stessa, ha precisato,  non voleva che l’Ucraina si separasse dal proprio territorio mantenendo così una sua integrità territoriale. Un’altra preoccupazione, da parte del Cremlino è relativa al crescente debito ucraino riguardante la fornitura di gas naturale russo, precisando al contempo che non ha assolutamente alcuna intenzione di rivedere i termini del contratto del gas, assicurando però che se i termini saranno rispettati non ci sarà alcun motivo di cambiare le regole attuali. L’intervento degli organi del governo russo, nel loro intervento, non hanno risparmiato le critiche verso l’opposizione radicale ucraina per i suoi tentativi di far infiammare la crisi nel paese e ha attaccato l’Occidente per la sua gestione della situazione. Concludiamo col ricordare che gli eventi in Ucraina, iniziati a fine novembre a sostegno dell’integrazione del paese verso l’Europa, hanno avuto una piega violenta a metà gennaio, quando gli attivisti radicali hanno attaccato la polizia con fuochi d’artificio e bottiglie molotov.  


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