L’editoriale non è piaciuto: giornalista “processato” da M5S

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Il direttore del Quotidiano FVG racconta di essere stato minacciato da membri locali del movimento di Grillo. “Molti poi si sono scusati”,  spiega

Di Tommaso Botto

Fabio Folisi, direttore della testata friulana Il Quotidiano FVG, è stato oggetto di pesanti critiche da parte del Movimento 5 Stelle di Udine. Lo ha denunciato lui stesso attraverso il suo giornale.

IL RACCONTO – Tutto parte da alcuni articoli e da un editoriale pubblicati a dicembre e gennaio con i quali Folisi e la sua redazione hanno approfondito un tema di forte attualità per la città, la fusione della municipalizzata Amga con Hera: due aziende specializzate nella distribuzione di servizi ambientali, idrici ed energetici.

Dopo quegli articoli una richiesta di precisazioni era stata avanzata dal movimento tramite una lettera firmata “M5S Udine”. Folisi però non l’ha pubblicata poiché, spiega, conteneva giudizi e accuse sul suo operato, che ha giudicato inaccettabili. C’erano anche, racconta, espressioni del tipo: “i fatti, che Lei sa ma non dice” e “puzzare di vecchia politica associativa”.

Così, dopo la mancata pubblicazione della lettera, il giornalista ha ricevuto alcuni sms minacciosi provenienti da numeri sconosciuti, con messaggi come questi: “Non toccare Grillo, sei un giornalista venduto, un morto che cammina”, “Pennivendolo da strapazzo pagherai di persona la tua arroganza”, “Bastardo da oggi guardati alle spalle”, “Sei il solito giornalista fazioso che non ci rispetta”.

Folisi ha reagito il 15 gennaio scorso scrivendo che “la penna del giornalista è come il martelletto del giudice, quando batte non può accontentare tutti”: questa la ragione, dice, che l’ha reso inviso ad alcuni.

REAZIONI – Da un lato, Folisi ha raccolto la piena solidarietà di Assostampa FVG, dei colleghi giornalisti e di alcuni attivisti e consiglieri dello stesso M5S udinese che si sono dissociati dall’azione denigratoria. Dall’altro lato – racconta – qualcuno gli ha riferito che la sua figura è stata oggetto di una sorta di “riunione-processo”, con tanto di votazione finale che avrebbe decretato il suo inserimento in una fantomatica “lista nera” di giornalisti sgraditi.

PRECEDENTI MINACCE – Folisi riferisce di essere oramai abituato a subire attacchi di vario genere: nel 2010 ricevette via posta un proiettile. L’idea di diventare imputato in un “processo” interno ad un partito lo fa rabbrividire, spiega, ma avendo incassato le scuse “verbali e sincere” di molti grillini, pensa di chiudere la vicenda senza denunciare nessuno.

TB – OSSIGENO


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