EgoBeppe e altri mostri Il caffè del 24

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Tutto cambia: prima si andava da Vespa, a “Porta a Porta”, ora si va da Lilli Gruber, a “8 e ½”. Niente cambia: ieri come oggi un leader politico se ne sta qualche tempo in silenzio per poi lanciare, ritornando, qualche sassolino graditissimo ai media. É di ritorno il presidente del consiglio Enrico Letta.

Repubblica “Riforme, Letta sfida Renzi”. Nel dettaglio, a proposito della legge elettorale, il premier ha detto “Se c’è un largo accordo alcune cose si possono modificare: Penso, per esempio, che i cittadini debbano essere più partecipi nella scelta dei parlamentari”. Preferenze? Collegio uninominale, liste cortissime? Si vedrà, intanto Letta tocca un tabù della Seconda Repubblica: il conflitto di interesse. “È molto tempo – dice – che gli Italiani si aspettano questa legge”.

Naturalmente Letta è il presidente del consiglio e dunque accompagna il suo rientro con alcuni atti di governo: condono, privatizzazioni, recupero di capitali espatriati. Corriere della Sera “Una sanatoria per multe e tasse”.  Poi spiega: “Sconto fino al 28 febbraio sulle cartelle Equitalia”. Sole24Ore. “Poste aperte al mercato: Il 40 per cento quotato in borsa”. La Stampa. “Capitali all’estero, ecco il decreto”. Decreto che prevede “Multe ridotte per chi si autodenuncia”.

Intanto, inesorabile, la cronaca ci ricorda chi sia in realtà Silvio Berlusconi. L’uomo politico più versatile, abile e di successo che l’Italia abbia avuto da vent’anni a questa parte? Sì, ma anche un uomo che ha usato tale abilità per sostenere i suoi interessi e affermare un suo privatissimo “life style”.  Così, dopo una passeggiata a Onna terremotata, con al collo un fazzoletto tricolore, primo (per lui!) omaggio al 25 aprile (e subito le grida di giubilo: “Partigiano, Statista, Presidente”), è arrivato lo scoop di repubblica su Casoria e Noemi Letizia, il fallimento del matrimonio, le menzogne e le minacce in Tv. Anni dopo, quando Napolitano lo ripesca e gli dà la patente di “pacificatore” e “padre delle larghe intese”, ecco che viene a maturazione la condanna definitiva per truffa ai danni dello stato. Infine, ora che Renzi lo incontra e parla di una “profonda sintonia” con Forza Italia. 2 su legge elettorale, riforma del Senato e del Titolo Quinto, ecco che la magistratura milanese (senza “Ilda la rossa”) lo indaga per “corruzione di testimoni”.

Il Giornale “Presi 44 ostaggi”. “Difesero Berlusconi nel caso Ruby, indagati testimoni e avvocati”. “È il ricatto dei Pm per far fuori il Cav.”. Fatto quotidiano “Silvio per sempre ricattato e anche la Pascale lo sa”. Giustizia a orologeria? Non direi. Piuttosto l’insopportabile leggerezza di un capitalista primordiale, che confonde i suoi interessi con quelli dello stato, la propria debolezza con la pubblica virtù.

Un show man, un altro uomo della Provvidenza,  ieri si è presentato davanti ai microfoni della stampa estera, quella nazionale essendo, a suo modo di vedere, tutta collusa. “EgoBeppe” (Grillo) ha sostenuto che la legge elettorale Matteo, Silvio e Angelino vogliono farla solo contro di lui. Ha promesso che porterà tanti “cittadini” in Europa e se dovesse mai perdere, si ritirerebbe. Dove la minaccia di tornare al teatro sembra un ricatto a fini interni. Dove si omette che Casaleggio ha imposto ai cittadini senatori e deputati di non confrontarsi su nessuna ipotesi di riforma elettorale. E dove non si spiega perché una legge ultra maggioritaria, senza collegi uninominali né preferenze, debba risultare scomoda per un movimento senza prime donne in lista.

In verità mi sembra ormai difficile non considerare EgoBeppe  e i suoi accoliti come una questione psichiatrica. Non era così. Il movimento sembrava, ancora un anno fa, una novità, certo acerba ma promettente.  Un insieme di uomini e donne con tanta voglia di cambiare. E un leader che aveva avuto il merito di predicare a lungo contro vento. E come sono finiti. Ieri ascoltavo il cittadino Di Battista a Servizio Pubblico. Bel ragazzo, controllava ciuffetto e profilo sul monitor di servizio, e recitava. E come se recitava: tutti collusi, tutti mafiosi, noi contro tutti, vergogna, li cancelleremo tutti  ma con mezzi democratici e non violenti.  Ale (pare si chiami così) come le tricoteuses che vigilano sul web. Diffondono mezze verità, provano a cancellare ogni memoria intelligente e ragionata delle sciagure italiane, promettono l’avvento di  Egobeppe, sempre lui. Dove il loro sentimento d’inadeguatezza e il senso di colpa, si trasformano in odio. Odio impotente e sterile.

Da cirradinomineo.it


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