Caso Estrela, la politica che odia le donne

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Per affossare la proposta di legge europea sui diritti sessuali e riproduttivi anche i voti di 6 parlamentari Pd, di cui due donne, Costa e Toia.

Di Marina Cosi


Mi sono segnata dei nomi. In vista delle elezioni europee di primavera. In particolare due nomi sono di donne, Silvia Costa e Patrizia Toia, che è pure lombarda, e uno è di un giornalista, David Sassoli. Fanno parte della pattuglietta democratica di sei pd che a Strasburgo si sono astenuti sulla Relazione Estrela; altri cinque erano assenti. Ne bastavano e ne son bastati sette per affossare la relazione e per consentire in suo luogo l’approvazione della mozione clericale di destra e popolari. La Estrela, dal nome della parlamentare portoghese presentatrice, chiedeva che l’Europa suggerisse agli stati membri di rispettare i diritti riproduttivi delle donne. Come? Facendo nelle scuole educazione sessuale e alla contraccezione, consentendo alle donne di decidere se abortire senza dover chiedere “permessi”, rimuovendo l’uso abnorme dell’obiezione di coscienza, agevolando la fecondazione assistita, rimuovendo le discriminazioni.
Ma che saranno mai i diritti d’una ragazzina magari violata cui un padre impone di partorire o quelli della donna che in tutta la sua regione trova solo ospedali composti da obiettori di coscienza? Ma chi sei per pretendere di non contrarre l’aids o di educare gli studenti al rispetto delle persone omosessuali? Ma che saranno mai in confronto alla nobile esigenza di porre davanti a tutto le proprie convinzioni, sovrane rispetto al mandato elettorale? Dichiara Silvia Costa: “Non potevo condividere la relazione. Considerava l’aborto un totem, ignorando completamente il diritto alla vita. Eliminava l’obiezione di coscienza, promuoveva l’accesso diretto delle minorenni all’aborto senza il consenso dei genitori e la procreazione assistita per single e omosessuali”.

Invece Patrizia Toia se la cava ventilando un Grande Complotto: “Occorre chiedersi perchè l’onorevole Estrela non abbia saputo con un approccio diverso costruire una maggioranza solida a sostegno della sua relazione…”. E David Sassoli che è pure capogruppo? E’ corso a giustificarsi col leader socialista Hannes Swoboda: “La mia convinzione è che la posizione democratica debba comunque essere la difesa di una legge italiana che tutti riteniamo valida”. Ma di cosa parli? Lo sai che pochi mesi fa, nel giugno 2013, il tuo stesso Pd aveva presentato alla Camera e sostenuto la mozione 1/00074 contro l’uso strumentale dell’obiezione di coscienza? Mozione che, approvata, impegna il governo a “predisporre tutte le iniziative necessarie affinché nell’organizzazione dei sistemi sanitari regionali si attui il quarto comma dell’articolo 9 della legge n. 194 del 1978, nella parte in cui si prevede l’obbligo di controllare e garantire l’attuazione del diritto della donna alla scelta libera e consapevole”.
Già, perchè in Italia l’obiezione di coscienza dei ginecologi, che al Sud supera l’80%, ha riportato in auge le mammane e gli atti di autolesionismo.

Gli altri tre europarlamentari astenuti sono: Vittorio Prodi, ben diverso ahinoi dal fratello che per essersi dichiarato “cattolico adulto” venne punito dalla chiesa nell’urna, Franco Frigo e Mario Pirillo.

E pensare che la relazione Estrela non era vincolante, ma importante sì perchè avrebbe introdotto un segnale d’apertura in un continente, conviene ricordarlo, in cui l’Europa ha dovuto “imporre” ad Iralnda e Polonia di togliere dalle loro legislazioni il divieto d’aborto. Intanto in Italia s’accendeva deprimente il “dibattito”: sarà mica colpa del neoeletto Renzi? Un Paese disperante. Comunque io quei sei nomi me li sono segnati. E voi?

PS: e da oggi la lettera al Pd, con richiesta di spiegazioni, scritta da un gruppo di associazioni milanesi, sta girando viralmente su tutti gli italici siti e, naturalmente, anche a Strasburgo. Eccola: http://salutedirittosessuale.wordpress.com/


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