No alla telecrazia a videomessaggio unificato

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Pd, Sel e 5 Stelle, per una volta insieme, hanno respinto le pregiudiziali presentate dalla destra per sbarrare la strada alla legge sulla omofobia. Insieme hanno così respinto la pretesa di chi avrebbe voluto tenere nel ghetto gli omosessuali e “Recintare” diversità e differenze.

Insieme hanno vinto una battaglia civile, anche se il cammino di questa legge non sarà certo facile. Questo voto, che per opposte ragioni nessuno rivendicherà con orgoglio, andrebbe invece registrato tra le poche cose positive della stagione politica.

Tra qualche ora, o forse tra qualche minuto, l’Italia sará costretta ad assistere al videomessaggio illegale di una persona condannata in via definitiva. Qualche secondo dopo ci saranno le sdegnate reazioni di molti.

Per una volta sarebbe il caso di risparmiare sugli aggettivi e di lavorare di piú sui sostantivi e sulla sostanza.

Chi ha votato contro l’affossamento della legge sulla omofobia, potrebbe ora convergere nella presentazione e nella approvazione di una legge sul conflitto di interessi capace di porre fine alla telecrazia a videomessaggio unificato.

Prima del voto Bersani pose la questione in testa alla sua agenda, lo stesso fecero Grillo e Vendola. Volendolo non avrebbero difficoltá alcuna a presentare un testo unico da portare a rapida approvazione.

Dopo il videomessaggio sará il caso di mandare un messaggio, sotto forma di legge, a tutti gli italiani.

da Il Fatto Quotidiano


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