Vacanze intelligenti

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Vacanze intelligenti è il titolo di un famoso film del 1978 ,  per la regia di Alberto Sordi , che con fine ironia,  rappresentava la sbigottita reazione di due fruttivendoli romani di fronte all’esibizione di un mongoloide , in carne ossa,  quale performance artistica alla Biennale di Venezia.   Certamente anche quest’anno le vacanze intelligenti potrebbero includere una visita alla Biennale. Sapendo che tutto è cambiato. Nelle dimensioni , prima di tutto. Con l’acquisizione degli spazi dell’Arsenale e l’espandersi in tutto il centro storico  delle sedi  espositive, con l’occasione,  davvero unica,  di poter visitare palazzi nobiliari solitamente chiusi. Fa parte del glamour a cui può accedere  il normale visitatore, anche se non dotato di lussuoso yacht,  come quelli attraccati nei giorni della vernice. Soprattutto è cambiata la proposta espositiva,  Paradossalmente la rappresentazione  della disabilità si tramuta in un inno alla vita.  Come dimostra  l’enorme scultura gonfiabile,  posta sul piazzale della chiesa di San Giorgio  nell’omonima isola,  di una donna focomelica nuda nella sua esibita gravidanza. E’ un’opera dell’artista Marc Quinn ,  già simbolo delle paraolimpiadi di Londra dello scorso anno,  un omaggio alla storia vera di Alison Lapper. Un fatto democratico,  come democratica è la proposta del curatore della biennale, Massimiliano Gioni, per la sua mostra “Il palazzo enciclopedico ” , in calendario fino al 24 novembre. Piace quella sua rivisitazione di un intero secolo di immagini, affrancata dalle canoniche interpretazioni critiche, che ingessavano i movimenti. Piace soprattutto quel suo mettere sullo stesso piano artisti consacrati e dilettanti spesso sottratti, in questa  occasione , ad una vita di oblio. Ognuno  con la sua ossessione da collezionista :  che siano  insetti , forme  vegetali o  foto d’epoca. Ognuno con il suo disagio psichico o fisico che trova un sollievo in una creatività  spesso affidata a mezzi di fortuna . Molte , anche se Gioni lo nega,  le istanze spiritualiste sottese a una ricerca dell’assoluto , come del resto dimostra l’inizio folgorante al padiglione centrale,  dove è esposto, sotto  la cupola di Galileo Chini, il Libro Rosso di Carl Gustav Jung , dovizioso di simboli e di colori.   88 le nazioni partecipanti,  con il felice esordio di quello della Santa Sede; l’Iraq,  in uno dei palazzi storici aperti per l’occasione , in cui per la prima volta si espongono artisti residenti in questo paese; l’Angola ( Leone d’ Oro per la migliore partecipazione ) che fa interagire la riproduzione fotografica dei propri beni artistici con le collezione storica di Palazzo Cini ; la Francia e la Germania che si scambiano i loro padiglioni ai giardini, per un superamento del concetto di nazionalità. E un dilagare, dappertutto, in siti ufficiali e no, dell’arte cinese, compresa la mostra celebrativa dei vent’ anni dalla prima partecipazione nel 1993. Al di fuori del grande evento, la nuova proposta espositiva di Punta della Dogana con un’ impronta alchemica come dimostra anche il titolo ” Prima Materia “; la suggestiva rilettura di Palazzo Fortuny con le opere e le collezioni di Antony Tapies ; la trasposizione a Ca’ Corner della Regina, a distanza di 44 anni,  della mitica mostra “When Attitudes become form ” che segnò, nel 1969 l’ affacciarsi delle nuove avanguardie artistiche.  Ancora, a Ca Pesaro, per chi ama la pop art, la collezione  di Ileana Sonnabend e, per restare in questo  ambito ,  le sculture   bidimensionale di Roy Lichtenstein , ai Magazzini del Sale  e quelle geometriche di Anthony Caro , al Correr. Alla Guggenheim, invece, di scena i primi collages di Robert Motherwell. Infine, alla Fondazione Cini,  la personale di Marc Quinn, autore trasgressivo, che innalza all’Olimpo greco  i suoi eroi afflitti da diverse disabilità. Vacanze intelligenti assicurate , dunque . Magari un po’ defatiganti, sperando in una tregua dello scirocco. Un buon filo d’Arianna per orientarsi nel labirintico itinerario è la guida breve  della Marsilio : costo 15 euro.


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