Crocetta sfida l’Ordine: “Datemi il tesserino di giornalista”

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di Rossella Ricchiuti

Il presidente della Regione indagato dalla Procura di Palermo per esercizio abusivo della professione giornalistica. “Ignora le leggi”, accusa la Fnsi

Non accenna a placarsi lo scontro fra il presidente della Regione Sicilia e i rappresentanti dei giornalisti siciliani, scontro iniziato con il licenziamento dei 21 giornalisti dell’ufficio stampa e la chiusura dell’ufficio stesso. Scontro che intanto ha assunto un profilo giudiziario e riguarda proprio la concezione dell’attività giornalistica professionale.

Rosario Crocetta è indagato dalla Procura di Palermo per esercizio abusivo della professione giornalistica, per aver inviato personalmente e ripetutamente comunicati stampa a giornali e agenzie di stampa.

Il presidente della Regione ritiene di non aver commesso nessun reato e rivendica il diritto di comunicare direttamente con le redazioni dei giornali, senza mediatori professionali. La Fnsi ha replicato che così dimostra soltanto di “non conoscere ancora la differenza tra comunicazione e informazione, tra cura della propria immagine e informazione istituzionale”.

“Ho intenzione di scrivere all’Ordine dei giornalisti per acquisire il tesserino, visto che mi scrivo i comunicati”, aveva annunciato il governatore della Sicilia ai giornalisti riunitisi a Palazzo D’Orleans. Crocetta non vede nulla di male nella sua attività di comunicazione ai giornali, ma con il suo atteggiamento “dimostra di ignorare le leggi”, hanno scritto in una nota la Fnsi e l’Assostampa siciliana.

“Posso chiamare un’agenzia di stampa e dire: lanciate questa notizia?”, ha detto Crocetta. “Lo posso fare. Lo può fare qualsiasi cittadino, perché non posso farlo io? Se mando una email ho pubblicato una notizia, mica ho fatto un giornale e pubblicato sul mio giornale… Non può configurarsi quel tipo di reato”.

Le due ipotesi avanzate da Crocetta, ossia la sua eventuale richiesta di iscrizione all’Ordine dei giornalisti e la rivendicazione del diritto di comunicare come un qualsiasi privato cittadino (diritto garantito, quest’ultimo, dall’articolo 21 della Costituzione), vengono contestate dai sindacati dei giornalisti, secondo i quali si tratta, scrivono, di “ipotesi improponibili che confermano come il sedicente ‘presidente della trasparenza’ non solo disconosca la legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti, e continui a credere che chiunque possa esercitare questa professione, ma a dieci mesi dal suo insediamento dimostra di non conoscere ancora la differenza tra comunicazione e informazione”.

“Un mix di ignoranza istituzionale e di leggi – accusano ancora i sindacati – che si somma all’intollerabile disprezzo più volte dimostrato per chi vive di lavoro giornalistico. Crocetta evidentemente, che non è abituato a rispettare chi lavora e chi rappresenta i lavoratori, non solo ignora l’esistenza delle leggi, ma ignora anche le norme di accesso alla professione e l’obbligo di legge, per le istituzioni, di garantire una corretta informazione ai cittadini. Se poi Crocetta ha mal pensato di volere fare solo una sfortunata battuta spiritosa, gli ricordiamo che, quando ci sono di mezzo 21 licenziamenti in tronco e 21 professionisti senza lavoro, non è permesso ad alcuno di scherzare. Meno che mai a un presidente di Regione”.

OSSIGENO


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