L’Ordine che vorrei, l’Ordine che voterò

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Domenica 19 maggio (e, per gli eventuali ballottaggi, il 26) si vota per il rinnovo dell’Ordine dei giornalisti. Ed ho alcuni pensieri:

 L’ORDINE CHE VORREI È:

Un Ordine rappresentato da chi esercita davvero la professione: non da medici, avvocati, funzionari e insegnanti che solo ogni tanto (e più di qualche volta solo molti anni fa) hanno scritto qualche articolo (spero almeno retribuito), fregiandosi poi a vita del titolo di “giornalista”
– Un Ordine in cui sia equamente rappresentata tutta la professione: e innanzitutto i precari, i freelance, gli autonomi (sia quelli “veri”, sia quelli che in realtà dovrebbero venir assunti dagli editori come dipendenti). Perchè questi sono oramai la maggioranza della professione viva, ma quasi sempre solo un’infima minoranza negli organismi dirigenti della categoria
Un Ordine in cui anche i pubblicisti che esercitano a tempo pieno la professione (retribuita) possano davvero accedere all’esame per professionisti, e non restarne invece di fatto esclusi
– Un Ordine non segnato da divisioni tra correnti, tra contrattualizzati e autonomi, tra pensionati ed “attivi”, ma dal confronto sui problemi vivi della professione e dalla solidarietà di tutta la categoria
Un Ordine che, per restituire diritti e tutele a chi oggi non li ha, si batta ovunque per la piena e corretta applicazione della legge sull’equo compenso e della Carta di Firenze. Da intendere non come strumenti di lotta e contrapposizione tra “garantiti e non”, ma di giustizia, di tutela del diritto e di solidarietà per tutta la categoria

Un Ordine in cui non si ragioni per “cordate”, ma si valorizzi il merito, la competenza, la credibilità del lavoro svolto per la categoria e per la tutela dei diritti e della qualità dell’informazione

– Un Ordine riformato, più snello ed efficace, e soprattutto più adeguato alla realtà odierna della professione (e non l’hobby) del fare informazione. Che è oggi molto diversa da quella prevista dalla vecchia legge istitutiva del 1963

– Un Ordine che serva a far rispettare le regole e la deontologia, a tutela dei colleghi che fanno con coscienza il loro mestiere, e del diritto dei cittadini ad essere sempre correttamente informati

Queste e molte altre cose vorrei… Per questo

L’ORDINE CHE VOTERO’ IL 19 MAGGIO:

sarà quello dei candidati che credibilmente incarneranno questi principi, e la cui storia personale è garanzia di quanto affermano nella campagna elettorale

–  Il mio voto sarà anche agevolato dal fatto che per le elezioni dell’ordine non esistono “liste bloccate”, ma si può votare liberamente per chi si vuole, quindi anche per i candidati di “liste” diverse o di “indipendenti”

Io vorrei che da queste elezioni dell’ordine esca un segnale di forte credibilità e di forte rinnovamento della nostra professione. Un segnale della coscienza dei problemi e della volontà e capacità di risolverli.
Per questo io domenica voterò, secondo coscienza, per dare un contributo all’Ordine che vorrei…
E, per farlo, bisogna innanzitutto andare a votare. Senza delegare, con la propria assenza, le proprie scelte ad altri

giornalista freelance


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