Siria: colpo alla propaganda

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C’è una parola-chiave nella propaganda lealista,nella propaganda pro Assad dei gerarchi fedeli al regime nelle gerarchie cattoliche: quella parola è terrorismo. Ovviamente va accompagnata dal nome proprio, al-Qaida, per far capire di quale terrorismo si tratti: Terrorismo di matrice religiosa, islamica, sunnita. Quindi il terrorismo degli oppositori di Assad, degli insorti, dei prezzolati di Qatar e Arabia Saudita. Il corollario logico di questo assunto propagandastico è: “chi si oppone al terrorismo? Lo stato, lo stato civile, lo stato che non si piega al malvagio piano dei nipotini di Bin Laden.” Ecco che Assad da finanziatore delle milizie armate di Jihad Islamico, di Hezbollah, di Ahmed Jibril, e di altri noti terroristi che per decenni hanno svernato a Damasco, diviene il tutore della libertà, magari anche delle minoranze. La sua dinastia ha imposto per mezzo secolo la legge marziale, abolito le garanzie costituzionali, consentito la detenzione arbitraria? Tutto archiviato….

Ma per i lealisti cattolici di Assad è scoccata una brutta ora. L’ora in cui il papa parla della Siria senza mai evocare il terrorismo, senza mai dolersi delle persecuzioni contro i cristiani. Perseguitato, per Bergoglio, è il popolo siriano, i profughi che attendono sostegno (dal mondo che se ne frega).

Con grande acume Jorge Mario Bergoglio non ha preso partito, ha chiesto solo quante altre sofferenze dovranno essere imposte al popolo siriano prima che si pronunci la parole fine.

da Il Mondo di Annibale


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