Allarme della “Stampa” per Domenico Quirico, inviato in Siria sparito da 21 giorni

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Da ventuno giorni non si hanno più notizie dell’inviato de “La Stampa” in Siria Domenico Quirico: lo ha reso noto il direttore del quotidiano Mario Calabresi, con un articolo sul sito web del giornale.Da dieci giorni l’Unità di Crisi del ministero degli Esteri è al lavoro per cercare di rintracciarlo e il neo ministro Emma Bonino sta seguendo “personalmente” il caso, fanno sapere dalla Farnesina. Quirico, in Siria dal 6 aprile scorso per una serie di reportage dalla zona di Homs, ha comunicato l’ultima volta con un collega il 9 aprile, avvertendo che non sarebbe stato rintracciabile per qualche giorno.

Il silenzio prolungato ha preoccupato i familiari del giornalista e il suo quotidiano, che d’intesa con il ministero degli Esteri, ha deciso di diffondere pubblicamente la notizia per “allargare il numero di persone che potrebbero aiutarci ad avere informazioni”, scrive Calabresi.

“La speranza, naturalmente, è che il problema sia tecnico, che non riesca o non possa comunicare. Era stato lui stesso, del resto, ad avvertire che la copertura delle reti dei cellulari è saltata in molte zone dell’area di Homs e che usare il satellite non è prudente perché si segnala la propria presenza”, scrive ancora il direttore, che ricorda anche la professionalità di Quirico, “uno dei giornalisti italiani più seri e preparati nell’affrontare situazioni a rischio”: dal Sudan al Darfur, dalla carestia e dai campi profughi nel Corno d’Africa alle primavere arabe, dalla Tunisia all’Egitto alla Libia, fino al rapimento, nell’estate del 2011, insieme ai colleghi del “Corriere della Sera” Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina e a quello di “Avvenire” Claudio Monaci, mentre cercavano di raggiungere Tripoli. Durante il sequestro venne ucciso il loro autista e, ricorda Calabresi, “solo dopo due giorni drammatici vennero liberati”.

FNSI – “Domenico Quirico è solo un giornalista. Chi gli impedisce, da una ventina di giorni, di comunicare con il suo giornale e i suoi familiari deve sapere che non ha a che fare con un nemico né con una fazione in guerra. Chiunque l’abbia fermato, o ne impedisca i movimenti e la parola, ne prenda atto e accolga il nostro appello alla sua piena libertà”: lo scrive in un comunicato il sindacato dei giornalisti  italiani.

USIGRAI – Solidarietà alla famiglia e a “La Stampa” anche dal sindacato dei giornalisti della Rai. “Nell’esprimere massima fiducia nell’operato dell’Unità di Crisi della Farnesina, raccogliamo l’invito della redazione del quotidiano di Torino – scrive il segretario Vittorio Di Trapani – nell’estendere il più possibile la notizia della scomparsa per allargare al massimo il numero delle persone che possono fornire notizie utili al suo ritrovamento”.

MF

Da Ossigeno per l’Informazione.it


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