Roberto Natale: “Ripartiamo dall”agenda di Articolo21′ ad Acquasparta”

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Cari amici e amiche di Articolo 21, vi scrivo appena dopo aver visto su RaiUno Silvio Berlusconi che minaccia di lasciare la trasmissione di Giletti: “Se lei non mi consente di spiegare pienamente è inutile, me ne vado: lei fa disinformazione”. Quasi vent’anni dopo la videocassetta della famosa “discesa in campo”, l’ideale è ancora quello del monologo, e il semplice diritto-dovere di fare domande viene considerato una fastidiosa provocazione. E’ un’immagine che racconta tutta l’arretratezza del nostro sistema informativo e la necessità di “superare il ventennio del berlusconismo”, come diceva il documento finale di Acquasparta. Anche per questo, nei giorni nei quali va tanto di moda parlare di agende, ci tengo a dirvi che considero l’agenda definita da Articolo 21 nella sua recente assemblea un documento di grande rilievo e di grande “modernità”. Abbiamo continuato a denunciare la devastante influenza del conflitto di interessi anche quando sembrava fosse l’ostinazione di pochi “fissati”, ma abbiamo saputo vedere anche i tanti altri conflitti di interesse che gravano sull’infrormazione italiana. Quel documento merita di diventare parte integrante del programma di governo della coalizione di centro-sinistra, e può anzi avere nel prossimo Parlamento una capacità aggregante persino più ampia: avere cioè quello stesso tratto aperto, dialogante, costituzionalmente inclusivo che ha da sempre l’iniziativa di Articolo 21. Ora che comincia per me una nuova fase di impegno civile (in qualità di candidato indipendente nelle liste di Sel per le prossime politiche), questa “agenda” vale come linea-guida, tanto più efficace perché elaborata non solo da esperti, ma nel dialogo tra rappresentanze sociali, forze sindacali, professionisti. Un’agenda sulla quale costruire insieme – se lo vorrete – iniziative pubbliche nella imminente campagna elettorale.


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