Morti sul lavoro, la piaga non si ferma: 468 dal primo gennaio. Almeno il doppio se si considerano i decessi in itinere

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L”Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro cadutisullavoro.blogspot.com fa da 5 anni il monitoraggio dei lavoratori che muoiono sul lavoro, e ogni anno si assiste a toni trionfalistici sull’andamento di queste morti che calano in continuazione. In realtà i morti “sui luoghi di lavoro”, quelli che si possono sicuramente annoverare tra le morti sul lavoro salgono tutti gli anni. “In questi 5 anni – scrive Carlo Soricelli, curatore dell’Osservatorio – solo tra il 2009 e il 2010 c’è stato un leggero calo delle vittime. Come spiegare allora queste differenze?
Le statistiche ufficiali, per ragionicontributive, mettono insieme i morti sui luoghi di lavoro e quelli che muoiono sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro, e in per davvero in itinere registriamo un calo che abbassa il numero totale di morti, mentre se si prende in esame solo i morti sui luoghi di lavoro le vittime aumentano, questo casa vuol dire? Che in realtà sui luoghi di lavoro, non c’è maggiore attenzione per laprevenzione, Anzi… La crisi ha prodotto anche minore attenzione per questo fenomeno.”

“Tra l’altro – prosegue Soricelli – intere categorie di lavoratori non vengono “conteggiate” tra le morti sul lavoro, ma questo non vuol dire che queste vittime, solo perchè non dispongono di una certa assicurazione non si devono considerare morti sul lavoro. Anche tantissimi lavoratori che muoiono in nero risultano “invisibili” e non vengono aggiunti tra le morti sul lavoro. La crisi pesantissima ha prodotto un abbassamento delle tutele sulla *Sicurezza,* soprattutto in piccole e piccolissime aziende, ed è per questo che nonostante il numero dei disoccupati sia aumentato esageratamente non si assiste anche quest’anno ad un calo consistente di lavoratori che muoiono lavorando”.

I dati dell’Osservatorio

*MORTI SUL LAVORO DAL 1 GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2012*
Dal primo gennaio ad oggi 1 ottobre sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 468
lavoratori ( tutti documentati). Sono oltre 910 dall’inizio dell’anno se si
aggiungono i lavoratori deceduti in itinere o sulle strade. L’Osservatorio
considera “morti sul lavoro” tutte le persone che perdono la vita mentre
svolgono un’attività lavorativa, indipendentemente dalla loro posizione
assicurativa e dalla loro età. Molte vittime non hanno nessuna
assicurazione e muoiono lavorando in “nero”.

I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO PER CATEGORIA.
Il 33,9% delle vittime sono in agricoltura, di queste la metà schiacciate
dal trattore (85 dall’inizio dell’anno). Edilizia 28,% sul totale, in
questa categoria quasi il 30% delle morti è causata da cadute dall’alto.
Industria 16,1%, quest’anno quasi la metà di queste morti sono state
provocate dal terremoto in Emilia. Servizi 5,8%. Autotrasporto 5,1%, Il 3%
Esercito Italiano (Afghanistan). Il 2,7% nella Polizia di Stato (tutte le
morte causate in servizio sulle strade). Il 13,3% dei morti sui luoghi di
lavoro sono stranieri. Eta’ delle vittime: il 4,9% hanno meno di 29 anni,
dai 30 ai 39 anni il 14,1%, dai 40 ai 49 anni il 24,48%, dai 50 ai 59 anni
il 15,7%, dai 60 ai 69 anni il 9,5%, il 12,8% ha oltre 70 anni. Del 16,5%
non siamo a conoscenza del’età.

Morti sui luoghi di lavoro nelle regioni e province.
La Lombardia ha 57 morti e la provincia di Brescia con 17 morti risulta

prima in questa triste classifica assieme alla provincia di Torino, se si
esclude la provincia di Modena che ha tantissimi lavoratori morti per il
terremoto, come negli ultimi anni Brescia è sempre ai vertici delle
province con più morti sui luoghi di lavoro,, Bergamo 7, como, Lecco e Lodi
2, Mantova 5, Milano 5, Pavia, Sondrio 4, Varese 6, Monza 3. Emilia Romagna 53 morti compresi i lavoratori deceduti sotto le macerie del terremoto del 20
e 29 maggio, province di Modena 17 morti, Ferrara 8, Bologna 8 morti,
Reggio Emilia 5 morti, Forlì Cesena e Piacenza 4 morti, Parma 3 morti,
Rimini e Ravenna 2. Piemonte 33 morti, la provincia di Torino risulta in
questo momento con 17 vittime la prima in Italia per numero di morti sui
luoghi di lavoro, Cuneo 7 morti, 3 morti, Alessandria e Novara, 2 morti
Asti, 1 morto Verbania e Vercelli. Sicilia 33 morti, con la provincia di
Catania con 6 morti, Palermo e Trapani 5 morti, Agrigento e Messina 4
morti, Caltanisetta 3 morti, Enna Ragusa e Agrigento 2 morti. Campania 32
morti, provincia di Salerno 12 morti, Avellino 9 morti, Benevento 6 morti,
Napoli 4 morti, Caserta 1 morto. Toscana 30 morti (37 con i morti in mare
sulla Costa Concordia affondata sulle coste dell’ isola del Giglio), dei
due fratelli del peschereccio affondato al largo di Livorno e di un sub),
la provincia Firenze 5 morti, Livorno e Pisa 5 morti Grosseto e Massa
Carrara 4 morti, 4 morti Arezzo, 2 morti Lucca, Siena e Prato 1 morto.
Veneto 28 morti con le province di Verona e Treviso 6 morti, Padova 5
morti, Vicenza, 4 morti, Belluno 3 morti, Rovigo 2 morti, Venezia 1 morto.
Abruzzo 22 morti con la province di Chieti con 10 morti, Pescara 8 morti,
Teramo 3 morti, L’Aquila 2 morti. Lazio 21 morti provincia Di Roma 9 morti,
Frosinone 6 morti, Viterbo 5 morti, Latina 1 morto. Puglia 20 morti,
provincia di Bari 10 morti, Brindisi e Foggia 4 morti, Lecce 2 morti, Bat 1
morto. Calabria 18 morti, provincia di Reggio Calabria 5 morti, Catanzaro 4
morti, Cosenza eVibo Valentia 3 morti, Crotone 2 morti. Trentino Alto Adige16
morti, provincia di Bolzano 10 morti, Trento 6 morti. Liguria 15 morti,
provincia di Genova 7 morti, Savona 4 morti,Imperia e La Spezia 2 morti. Friuli
Venezia Giulia 12 morti, Pordenone 4 morti, Udine e Gorizia 3 morti,
Trieste 2 morti.Marche 10 morti, provincia di Ancona 5 morti, Macerata 3
morti, Pesaro Urbino e Ascoli Piceno 1 morto. Umbria 9 morti, provincia di
Perugia 8 morti, Teramo 1 morto. Sardegna 10 morti, 4 morti nella provincia
di Nuoro, 2 morti in provincia di Oristano, 1 morto Carbonia Iglesias,
Medio Campisano, Ogliastra e Sassari. Basilicata 6 morti, 4 morti nella
provincia di Matera, Potenza 2 morti. Molise 4 morti, Campobasso 3 morti, 1
morto Isernia. Val D’Aosta, Aosta 1 morto.

Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti sul lavoro
che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada:
agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono
nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata
una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente
più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi,
dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire,
tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul
lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari
sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono
sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro,
lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come
del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio
che muoiono sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente
classificate come “morti per incidenti stradali”

Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro +
11,6% sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul
lavoro nel 2011 andare nella pagina dell’1 -1 e 3- 1 del 2011
dell’Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti sui
luoghi di lavoro per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti
all’età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d’infortuni
mortali.


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