I diritti civili premono

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A Ballarò qualcuno ha ricordato che la ministra del lavoro Fornero è anche ministra delle pari opportunità. E io mi auguro che, in una pausa degli assilli finanziari ed economici che il governo affronta con spirito patriottico, si trovi anche un po’ di tempo per gli italiani di serie B, marchiati dalla nostra cultura clericale come l’adultera di Lettera scarlatta con la A sulla camicia. (Era l’America profonda e buia dei fondamentalisti, che non le perdonavano la maternità, generata da un prete; e che ritorna oggi nelle sprezzanti parole di un signore, candidato alla Casa Bianca, che disprezza il 47 per cento dei suoi concittadini perché poveri, e dunque parassiti, e dunque non interessanti per lui, che vuole un’America per ricchi). Ho letto ieri le irrisioni di Libero al sindaco Pisapia, che ha celebrato matrimoni gay e lesbo; e ho letto su Pubblico l’intervista di Vendola, il suo desiderio di “fare un figlio”, credo nel senso dell’adozione, ove questa fosse estesa alla coppie gay con gli stessi doveri e garanzie severe che si chiedono alle coppie etero. Toccante è il suo racconto della cura dei nipotini, dei giochi con figli di amici, del saper ascoltare e imparare dai bambini e spesso farsi educare da loro . Come tanti di noi non hanno saputo fare, e ce ne dispiaciamo da vecchi. Se però la questione del matrimonio o dell’unione fosse solo nominalistica, io sarei favorevole a superarla, come l’aveva superata Grillini quando in parlamento diceva di “non volere” il “matrimonio” peri gay, ma la loro eguaglianza nei diritti e nei doveri a tutti gli altri cittadini.

Eguaglianza si vorrebbe anche per i malati terminali, che non debbono più essere strumenti per orde fanatiche e salmodianti per la “vita” di Eluana, ridotta a un groviglio di carne e ossa, “come un gomitolo di lana”. E in parlamento c’era chi mentiva descrivendola come donna sana, coi cicli regolari, forse ancora buona a far figli: lei, il “gomitolo di lana”. Oltraggio simile alla dignità umana credo che non l’avessero concepito nemmeno gli Inquisitori spagnoli o romani. Legga sul Corriere di ieri la devastante intervista di Renzo Tondo, presidente del Friuli e deputato pdl, che dopo due anni non ha voluto più essere complice di delittuosi silenzi, e ha detto come era ridotta Eluana nella clinica di Udine. Bellocchio ha provato a descrivere il dramma, ma ai giurati veneziani è sembrato “provinciale: quasi che quel dramma non possa colpire tutti, non sia universale, e non vada “risolto” con leggi criminali ma nella pietà di medici e famiglie. In parlamento giace anche la legge sul divorzio breve, che invece di abolire i tre anni della separazione legale si limita a ridurli, conservando così il doppio giudizio (per la separazione e per il divorzio), le doppie spese, il doppio macigno sulla strada di un diritto a suo tempo voluto dal legislatore e invano contestato con un referendum abrogativo. L’elenco delle arretratezze italiche è lungo.

Il parlamento deve assumersi le sue responsabilità. Deve cancellare la cultura musulmana che è tra noi, fare leggi “come se” fossimo un paese laico, moderno.

* da Europa Quotidiano


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