Napoli. A Scampia le “parole che hanno un valore”

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Nei giorni scorsi mi è capitato di intervenire, in qualità di relatore, a una presentazione di un libro al rione Sanità, il cuore storico e popolare di Napoli. Il luogo dove si è svolto l’incontro è la basilica  S.Maria della Sanità che da alcuni anni è diventata la sede dell’associazione culturale  “Sott ‘o ponte” che grazie al teatro, alla musica e al turismo prova, riuscendo a ottenere ottimi risultati, a indicare ai giovani del quartiere strade diverse da quelle offerte dalla criminalità organizzata. Insieme a me all’incontro ha partecipato lo scrittore e saggista Silvio Perrella che, a ragione, considera questo rione, che ha dato i natali al principe De Curtis in arte Totò, “uno dei luoghi più potenti di Napoli una città, però, spesso incapace a utilizzare queste ricchezze. Anche le parole –ha affermato lo scrittore –hanno una potenzialità importante, ne possiamo utilizzare anche poche, ma ad esse dobbiamo dare un valore”.

In sala c’erano dei giovanissimi del quartiere, frequentatori di questo luogo, che consigliamo di visitare, perché allo stesso tempo impegnati con le attività associative. Mi hanno particolarmente impressionato le considerazioni che uno di questi ha voluto consegnarci, assegnando un enorme valore alle proprie parole, subito dopo l’intervento di Perrella: “La camorra utilizza ragazzi che sono soli e deboli grazie a una vita fatta di luccichii che, però, ben presto si dimostrano elementi di una grande illusione. Prima o poi si finisce in galera o morto ammazzato. E’ impensabile vivere un anno da leoni e poi rischiare di finire la propria vita così come ho detto. Noi siamo la maggioranza, quella silenziosa che non si espone, ma se volessimo potremmo prenderli a calci nel sedere. Io ho 20 anni e bisogna sensibilizzare i miei coetanei a capire quello che ho compreso io”.

Cosa aggiungere se non che Napoli e il Sud dispongono di una forza che probabilmente, per interessi diversi e trasversali, si preferisce soffocare. Dal rione Sanità a Scampia il passo è breve ma la voglia di costruire con le proprie mani una vita migliore, confidando in uno Stato non assistenziale ma garante di giustizia, è forte. Il 25 luglio prossimo i ragazzi dell’Associazione (R)Esistenza Anticamorra riceveranno in affidamento il primo terreno agricolo confiscato nel comune di Napoli, 140mila metri quadrati coltivati a peschi e sottratti nel 2002 alla famiglia camorrista dei Nuvoletta rimasto, però, in giacenza per oltre cinque anni nel patrimonio indisponibile del comune di Napoli. Un lasso di tempo molto lungo che ha consentito a contadini, probabilmente del luogo, di proseguire la coltivazione per contro dei vecchi proprietari con sistemi di irrigazione moderni, attività che si è definitivamente conclusa quando il commissariato di Scampia ha nuovamente sequestrato la struttura nel febbraio scorso.

Questi giovani di Scampia per l’occasione raccoglieranno le pesche che si spera presto potremo mangiare al Ristorante Pizzeria Sociale che, proprio nel quartiere dove loro operano da anni, vogliono realizzare per far lavorare ragazzi del quartiere, giovani in attesa di giudizio e già condannati a pene alternative a carcere. “Nell’Ottava Municipalità di Napoli – annuncia il presidente, l’avvocato Angelo Pisani –  si coltiva, si semina e si raccoglie il sapore e i frutti della legalità e socialita”.

Le parole hanno ricevuto un valore e non di poco conto,  adesso dobbiamo attendere che altrettanto faccia il comune di Napoli affidando a questi ragazzi di Scampia una delle tante scuole abbandonate dove si potrebbe avviare definitivamente questo progetto.


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