Il rogo di Prato e le lacrime di coccodrillo

0 0

Ieri sono morti in un rogo in una fabbrica/dormitorio di Prato 7 operai cinesi, che lavoravano in condizioni di sfruttamento e schiavitù per circa 15 ore al giorno. C’è voluta una strage del genere, perché anche la politica si ricordasse che a Prato i cinesi sono sfruttati in maniera vergognosa, con turni di lavoro massacranti, condizioni di sicurezza sul lavoro inesistenti.
Sono anni, ripeto anni, che vado dicendo che ci vogliono più controlli per la salute e sicurezza sul lavoro: adesso anche la politica se ne accorge Ma per fare i controlli ci vogliono i mezzi, ci vuole il personale, quello che è stato ridotto all’osso in tutti questi anni. Le Asl hanno anche il blocco delle assunzioni e mentre molti tecnici della prevenzione Asl vanno in pensione, non ne vengono assunti di nuovi.Tanto che, se dovessero controllare la sicurezza sul lavoro in tutte le aziende che ci sono in Italia, ognuna di queste riceverebbe un controllo ogni 33 anni, praticamente MAI!
Ma la vera domanda che ancora nessuno si è fatto è: visto che questa fabbrica ha preso fuoco, chi deve verificare le normative per la sicurezza antincendio? Perchè dubito fortemente che in quella fabbrica ci fosse un certificato prevenzione incendi (CPI).
La cosa che mi lascia sconcertato è, che tutti sapevano in che situazione vergognosa lavoravano i cinesi al Macrolotto, ma non è stato fatto niente per evitare questa strage sul lavoro.
Questa è una strage annunciata e adesso è un pò tardi per il mea culpa di politica e istituzioni.
Quello che vorrei sapere è questo: al di la delle solite frasi di circostanza e “lacrime di coccodrillo”, sarà il caso che chi di dovere prenda immediatamente provvedimenti seri, perchè non accadano più tragedie del genere?

*Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21