ARIANNA CICCONE: “Fare il Festival del Giornalismo di Perugia a ogni costo, magari riducendo ospiti e giornate non è accettabile”

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Perugia, 30 aprile-4 maggio 2014. Ottava edizione del Festival Internazionale di Giornalismo. Questa è la scritta che compare nella testata del sito del Festival  fondato nel 2006 da Arianna Ciccone (nella foto) e Christopher Potter. Un appuntamento importante per  parlare di giornalismo, informazione, libertà di stampa e democrazia secondo il modello 2.0. Ma la scritta rischia di scomparire a breve: Arianna e Chris hanno già un’idea bomba per il prossimo anno, un’edizione speciale ma hanno detto “basta”, nella costante incertezza dei finanziamenti e dei contributi istituzionali. Articolo21 ha intervistato Arianna Ciccone.

Perché avete comunicato lo “stop” al festival? E’ una decisione improvvisa o meditata?
Sono anni che lottiamo con un budget risibile, e quando fai un’edizione di quella portata (quella di aprile 2013, ndr) e capisci che devi continuare a procedere in salita facendo una fatica incredibile per mettere insieme un stanziamento istituzionale degno di questo nome…  Beh alla fine ti senti di dire “stop”! Finita la scorsa edizione da subito abbiamo cercato di uscire da questo impasse con le istituzioni. Sempre le stesse incertezze, un iter amministrativo estenuante, un budget mai sicuro. Ci abbiamo provato fino alla fine e poi abbiamo detto “basta”. Ci tengo a sottolineare, tra l’altro che i due post, in italiano e in inglese, che abbiamo pubblicato sul sito del festival in cui annunciavamo la nostra decisione, li abbiamo fatti vedere il giorno prima ai referenti istituzionali (regione e comune). Quindi loro sapevano tutto, non è stata una pugnalata a freddo. Ci siamo comportati nel modo più corretto possibile.

Un assessore della Regione Umbria ieri in una nota stampa ha comunicato che già da oggi porteranno in aula la richiesta di finanziamento per il Festival, oltre 100mila euro.
A noi non ha detto niente nessuno, l’hanno fatta uscire come agenzia e non capisco neanche questa modalità. Lunedì comunque a Perugia, in un incontro pubblico, esprimeremo una posizione anche su questo. Tra l’altro abbiamo invitato le istituzioni ad essere presenti per un confronto trasparente davanti ai cittadini.

Sono arrivati tantissimi messaggi di solidarietà: sul sito e sui social network, ve lo aspettavate?
Ci ha lasciato spiazzati non solo per la quantità straordinaria di mail ma soprattutto perché non ci aspettavamo le reazioni internazionali che ci sono state. Sono scesi in campo i nomi più grandi del giornalismo internazionale, accademico  e non, e sono tutti intenzionati a salvare il Festival. Wolfgang Blau del Guardian,  Mathew Ingram che è senior writer di GigaOM, Emily Bell Emiliy Bell, Direttrice del Tow Center for Digital Journalism della Scuola di Giornalismo della Columbia University … Non ce l’aspettavamo davvero.  E noi su questo dobbiamo misurarci. Dovremmo perciò riflettere, ragionare e dare una risposta a questo tipo di iniziativa che c’è stata nei nostri confronti.

Cosa bolle in pentola per il 2014?
Posso dire che abbiamo pensato a un’edizione speciale ma non la voglio bruciare! Mi riservo di dirlo in seguito con quello spiraglio di speranza che, in qualche modo, si possa riuscire a realizzare la prossima edizione. Garantisco che abbiamo avuto una gran bella idea!

C’è bisogno del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia?
Ti rispondo proprio con le parole che ho letto ieri in uno scambio tra due giornalisti inglesi. Uno ha scritto: “ma con tutto le conferenze che ci sono in giro c’è proprio bisogno di questo festival? E l’altro ha ribattuto: Sì, perché è il migliore. Perché è un posto dove veramente ci si confronta e dove succedono le cose”. Ed è così, a Perugia sono nati vari progetti internazionali. E pensa che ci sono giornalisti stranieri che si sono spostati da una redazione all’altra dopo essersi incontrati qui al festival. C’è bisogno di parlare del presente e del futuro del giornalismo in un momento di profonda crisi. Per questo sono necessari dibattiti e scambi a livello internazionale. Non solo tra i “big” ma anche con i giovani. E’ questa la filosofia dei workshop gratuiti che abbiamo istituito nel Festival e che consentono agli aspiranti giornalisti di confrontarsi e imparare dalle grandi firme!


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