A questo punto non ci sono ragioni per dire No alla candidatura di Stefano Rodotà

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Ed ora non si ritorni di nuovo indietro.
Di fronte alla candidatura di Romano Prodi avevamo coltivato l’Illusione che il Pd si sarebbe ricompattato e avrebbe sostenuto davvero il fondatore dell’Ulivo, per altro già colpito dal fuoco amico in altre occasioni, invece no! Neppure di fronte alla dissoluzione imminente i “Grandi elettori ” del centro sinistra sono riusciti a trovare compattezza, evidentemente la crisi é profonda, non ricomponibile, perché non si tratta di scatti umorali, ma di differenti letture della crisi e delle modalità di uscita dalla palude etica, ancor prima che politica.
Nelle prossime ore riprenderanno forza i due schieramenti, interni al Pd, che si fronteggiano da anni.
Da una parte coloro che ritengono essenziale concordare una soluzione con Berlusconi e di conseguenza condizionare anche il futuro governo in quella direzione ( con tanto di congelamento delle questioni relative al conflitto di interessi e alla lotta alla corruzione), dall’altra chi ritiene indispensabile una intesa con i parlamentai 5 stelle per votare insieme Stefano Rodotà al Quirinale e dare, poi, il via libera ad un governo riformatore.
I grillini che hanno, anche loro, commesso gravi errori, puntando più alla crisi del Pd che non alla soluzione della crisi, hanno dichiarato di essere pronti.
Forse é giunto il momento di verificare le loro intenzioni e di metterli alla prova, anche per loro non sarà ora facile sottrarsi alla sfida della responsabilità istituzionale.
La strada della intesa con il Cavaliere é una strada senza futuro ed impercorribile, comporterebbe il dissolvimento di quello che resta del centro sinistra e gli consegnerebbe comunque un potere di veto permanente,tale da condizionare ogni atto di un futuro esecutivo.
Per questo ci auguriamo che venga percorsa l’altra strada, anche perché lungo quel sentiero,si incontra il nome di Stefano Rodotà, una persona che ha la Costituzione nel cuore e nella testa e che ha sempre contrastato bavagli, censure, integralismi, discriminazioni di qualsiasi natura.
Per la cronaca sarà anche il caso di ricordare, a chi finge di non sapere, che quel nome, ancor prima che da Grillo, era già stato fatto da migliaia e migliaia di cittadine e di cittadini che avevano aderito agli appelli promossi da articolo 21, dal Forum per l’acqua pubblica, da movimenti e associazioni, dai promotori del cosiddetto appello dei 101.
Non ci sono, a questo punto, ragioni per dire No alla candidatura di Stefano Rodotà, a meno che non si voglia chiedere prima il permesso al cavaliere, ma allora sarà il caso di dirlo in modo pubblico, affinché ciascuno possa giudicare e scegliere con chi e come proseguire nel proprio impegno civile e politico.


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